Crotone. Migranti e ‘ndrangheta, la Cassazione ha fatto crollare l’impianto accusatorio del processo di Gratteri

Rischia di crollare l’impianto accusatorio che aveva dato origine all’operazione Jonny eseguita nel 2017 dalla Dda di Catanzaro. Nella serata di ieri, 25 maggio, infatti, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna di don Edoardo Scordio, già parroco di Isola Capo Rizzuto, al quale in Appello erano stati inflitti 8 anni ed 8 mesi per associazione mafiosa (in primo grado la condanna del Tribunale di Crotone era stata di 14 anni e 6 mesi).

Il prete venne arrestato nel maggio del 2017 nell’ambito dell’operazione Jonny con la quale la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva portato alla luce le ingerenze della cosca Arena nella gestione del Centro di accoglienza per migranti all’epoca dei fatti gestito dalla Misericordia di cui il prete era uno dei dirigenti. La sentenza della Cassazione riguardante don Scordio ha annullato senza rinvio il reato di malversazione (ovvero la distrazione di fondi statali a favore della cosca) che era già caduto in Appello e, soprattutto, ha disposto il rinvio ad un nuovo processo davanti alla Corte di Appello di Catanzaro per il reato di associazione mafiosa evidentemente non ritenendo sussistenti gli indizi di colpevolezza. Una decisione che mina il processo alle fondamenta e che potrebbe avere ripercussioni a catena sugli altri imputati in quanto il parroco è ritenuto partecipante della cosca Arena come organizzatore e promotore dell’accordo per distrarre i fondi provenienti dalla gestione del centro di accoglienza a favore del clan. Insomma, il suo ruolo era quello cardine: se lui sarà assolto in Appello l’intero teorema accusatorio viene meno.

Non si conoscono ancora le motivazioni della Cassazione, ma la difesa impostata dagli avvocati Armando Veneto e Tiziano Saporito, aveva puntato sulla inattendibilità dei collaboratori di giustizia nelle dichiarazioni accusatorie su don Scordio e l’assenza di condotte che potevano creare legami tra il parroco e la cosca. Il parroco, che ha 76 anni, dal 2017 era stato posto ai domiciliari presso un convento rosminiano nel Nord Italia. Fonte: Il Crotonese