“Crotone non può restare ostaggio dell’incertezza”

NOTA STAMPA IGINIO PINGITORE capogruppo Stanchi dei soliti Crotone

Mi dispiace sinceramente per ciò che sta accadendo a Crotone. Ma è chiaro che, quando un sindaco si dimette e non chiarisce subito se intende confermare o ritirare le proprie dimissioni, la città entra in una sorta di limbo istituzionale. E nessuno potrà convincermi del contrario. È proprio in momenti come questi che deve prevalere il senso di responsabilità, prima di tutto da parte nostra, consiglieri di maggioranza e di opposizione. Io, che rappresento il gruppo più numeroso fin dall’inizio della legislatura, non posso far finta di nulla né voltarmi dall’altra parte. Sì, formalmente il sindaco resta in carica. Ma politicamente l’amministrazione è paralizzata: le decisioni si sospendono, gli uffici attendono indicazioni, i cittadini non sanno più a chi rivolgersi con certezza.

Il “tempo di riflessione” previsto dalla legge nasce per garantire ponderazione, ma nei fatti si traduce in un vero e proprio fermo amministrativo politico: la macchina comunale resta accesa, ma senza guida. È come se il Comune navigasse a vista, in attesa che qualcuno torni al timone o che arrivi un commissario. Credo che non sia più il momento di attendere. Questa situazione è ormai diventata una farsa. Il silenzio prolungato del sindaco, a mio parere, può avere solo due letture: o è un modo per prendere tempo, testare reazioni e ricomporre alleanze, oppure è il segno di una crisi profonda, non solo personale, ma sistemica, che coinvolge la maggioranza, i rapporti di fiducia e la credibilità dell’intera amministrazione.

In entrambi i casi, non c’è più giustificazione. Anche un eventuale rientro sarebbe oggi complicato. Per il bene della città, il sindaco farebbe bene a rendere le dimissioni irrevocabili e consentire a Crotone di ripartire con chiarezza e dignità.  Anche se la legge concede venti giorni per decidere, la città non può restare ostaggio dell’incertezza. Le questioni urgenti, dall’emergenza ambientale ai problemi che tutti conosciamo, restano sospese. I progetti si rallentano, e la percezione pubblica è quella di un Comune fermo, dove la politica appare più preoccupata di se stessa che dei cittadini. Tiracchiare altri sei mesi potrà ancora complicare la vita amministrativa di Crotone, che in queso momento merita solo stabilità e governabilità.