Crotone. Torromino molla Forza Italia: terremoto politico e nuove ombre sulla corsa di Voce

TORROMINO MOLLA FORZA ITALIA: TERREMOTO POLITICO A CROTONE E NUOVE OMBRE SULLA CORSA DI VOCE

Fonte: U’Ruccularu 

Un addio che spacca il partito del governatore uscente Occhiuto nella provincia di Crotone e che mette sempre più in difficoltà il sindaco Voce.

UN ADDIO CHE PESA PIÙ DI UNA ROTTURA
A pochi giorni dal suo “no” all’alleanza con il sindaco Vincenzo Voce per le comunali del 2026, Sergio Torromino ha ufficializzato le dimissioni irrevocabili da coordinatore provinciale di Forza Italia Crotone. Otto anni di militanza e ricostruzione del partito nel territorio si chiudono con una lettera amara, che mescola rivendicazioni personali e critiche alla linea politica nazionale e regionale.
Torromino ricorda come nel 2017 Forza Italia fosse “praticamente assente” dal panorama politico crotonese e rivendica di averla riportata tra le prime forze in città e provincia. Ma oggi, dice, “l’energia propulsiva si è esaurita” per colpa di scelte interne che non condivide: decisioni “imposte dall’alto” e logiche “di opportunismo e personalismo” che, a suo avviso, hanno svilito il lavoro di militanti e dirigenti locali. Una presa d’atto ma anche un accusa pesante rivolta al partito che l’ha visto deputato nella passata legislatura.

ROTTURA CON VOCE E SCENARIO APERTO PER LE COMUNALI
La decisione non arriva nel vuoto. Già la scorsa settimana Torromino aveva comunicato ai suoi consiglieri comunali che Forza Italia, nella sua area di riferimento, non avrebbe sostenuto Voce, rompendo di fatto l’asse politico che legava il sindaco al presidente della Provincia Sergio Ferrari e, per estensione, al governatore Roberto Occhiuto, Che tanto hanno puntato su Crotone per rilanciarsi politicamente in vista di Ottobre.
Le dimissioni da coordinatore ora liberano Torromino da vincoli di partito, dandogli margini di manovra per muoversi come “battitore libero” in vista delle comunali. Nel comunicato c’è anche un passaggio che suona come un avvertimento: “C’è già chi mi aspetta a braccia aperte” e “gli scenari che potrebbero aprirsi potrebbero essere clamorosi”. Che Tradotto vorrebbe poter dire che le sue truppe cammellate potrebbero a loro volta lasciare l’area di Forza Italia e seguirlo nella nuova compagine politica.

IL FILO CON OCCHIUTO RESTA INTATTO
Nonostante le critiche alla gestione interna di Forza Italia, Torromino ribadisce la sua stima e vicinanza a Roberto Occhiuto, che definisce artefice di una Calabria “non più fanalino di coda del Paese” e protagonista in settori strategici come turismo, enogastronomia e agricoltura. Un passaggio che fa pensare a una strategia precisa: posizionarsi in un nuovo spazio politico, mantenendo però un canale diretto con la Regione e con l’attuale presidente, anche in vista di partite amministrative e infrastrutturali che riguardano Crotone, visti gli interessi imprenditoriali che l’ex segretario ha sul Porto.

EFFETTO DOMINO SU VOCE E IL CENTRODESTRA
Per Voce, la perdita di Torromino come alleato e referente di Forza Italia rappresenta l’ennesima crepa in una campagna elettorale che fino a pochi mesi fa sembrava blindata. Prima le dimissioni di Occhiuto, poi la rottura con Forza Italia e ora l’uscita di scena di Torromino dal partito: ogni tassello rafforza l’immagine di un sindaco sempre più isolato politicamente e senza leader forti di riferimento a cui appoggiarsi.
Per una parte del centrodestra, invece, l’addio può trasformarsi in un’occasione per ricompattarsi attorno a un candidato unitario. Se Torromino deciderà di sostenere questa ipotesi, potrebbe essere lui stesso il collante tra pezzi di centrodestra e il mondo civico che non si riconosce in Voce.

UN CENTRODESTRA DIVISO E FRAGILE
L’uscita di Torromino da Forza Italia evidenzia però un altro dato politico: il centrodestra crotonese non è affatto compatto. Per quanto l’ex coordinatore ribadisca il suo ottimo rapporto con Roberto Occhiuto, l’indagine che ha coinvolto il governatore, le sue dimissioni, la campagna elettorale regionale in corso, la posizione controversa di Voce con l’elettorato e l’abbandono di una parte del centrodestra al sindaco uscente, disegnano un quadro frammentato e confuso che vede lo scenario cambiare di giorno in giorno.
Forza Italia appare spaccata in due, con una parte schierata con Torromino e un’altra rimasta sugli equilibri precedenti, mentre le altre forze del centrodestra non hanno ancora preso una posizione chiara sulla ricandidatura di Voce. Sintomo di una strategia attendista magari in vista di un candidato più appetibile o meglio ancora di espressione del centrodestra e non di un civico camuffato.
In questo scenario, Torromino può certamente compattare un’area, ma non rappresenta l’intero centrodestra.
La capacità di incidere dipenderà dalla possibilità di costruire un’alternativa credibile e condivisa, evitando di rimanere confinato alla guida di una sola fazione. In assenza di una leadership unitaria e di una linea comune, il rischio per la coalizione è di presentarsi alle comunali 2026 frammentata e vulnerabile, offrendo a Voce margini di manovra che la crisi recente sembrava aver ridotto. Nella più rosea delle ipotesi Voce potrebbe ancora vincere ma in modo risicato e con un consiglio comunale ingovernabile.