Crotonese, l’acqua contesa tra turbine e campi: il dilemma di A2A che divide la Calabria
Fonte: ‘U Ruccularu
Con l’avvio della stagione irrigua, la piana del Crotonese torna a sperare nei 7,5 milioni di metri cubi d’acqua rilasciati dalla vasca di Sant’Anna, promessa di irrigazione per 15.000 ettari di colture pregiate dal finocchio IGP al bergamotto.
Ma dietro questa boccata d’ossigeno, si cela una battaglia silenziosa tra il colosso energetico A2A, gestore dei vitali bacini idrici silani, e una comunità agricola provata da anni di tensioni.
un intricato scenario fatto di contratti anacronistici, priorità energetiche spesso in conflitto con le esigenze del territorio e infrastrutture idriche al collasso.
1. L’Accordo del 1969: Un Fardello per l’Agricoltura
Il cuore del contendere risiede in una convenzione datata 1969, siglata quando la Regione Calabria affidò la gestione dei bacini dell’Arvo e dell’Ampollino (all’allora Enel, oggi A2A) Un accordo che, ancora oggi, stabilisce una priorità inequivocabile:
l’utilizzo dell’acqua “prevalentemente per scopi idroelettrici”, relegando l’irrigazione a un ruolo secondario.
2. I referendum sull’acqua disattesi e il cambiamento climatico
È un’assurdità pagare per un’acqua che scorre sotto i nostri terreni, ma è A2A a decidere quando e quanta rilasciarne, se la priorità è l’energia, i nostri invasi si svuotano in un batter d’occhio.
Il ricordo del 2022 è ancora vivo, quando, per garantire la produzione elettrica, i laghi silani furono ridotti a un misero 10% della loro capacità, mettendo in ginocchio 400 aziende agricole.
Mentre A2A dichiara di operare nel rispetto degli accordi e in collaborazione con la Regione, nessun tentativo concreto di aggiornare la convenzione è mai stato intrapreso, nonostante i crescenti allarmi sugli impatti del cambiamento climatico.
3. Energia vs. cibo:
il Codice di Rete contro i campi
Un’ulteriore fonte di preoccupazione è legata all’introduzione, nel 2021, di una clausola che impone ad A2A di mantenere riserve minime nei bacini per scongiurare blackout nazionali, in ottemperanza al Codice di Rete di Terna.
Una decisione tecnica che si traduce, nella pratica, in una scelta drammatica tra la stabilità del sistema elettrico e la sopravvivenza dell’agricoltura locale.
Nel 2023, sono stati negati due milioni di metri cubi d’acqua non erogati a causa della “sicurezza del sistema elettrico”.
Sebbene A2A difenda la priorità energetica, i dati di Arera rivelano una realtà scomoda: la Calabria contribuisce solo per l’1,2% alla produzione idroelettrica nazionale, un sacrificio che appare sproporzionato per il territorio.
4. Reti Idriche al Collasso: Uno Spreco Inaccettabile
A rendere la situazione ancora più critica è lo stato disastroso delle infrastrutture irrigue.
Il Consorzio Bonifica stima che almeno il 50% dell’acqua venga dispersa lungo le vetuste canalette a cielo aperto, risalenti agli anni ‘60.
Nonostante lo stanziamento di 18 milioni di euro da parte della Regione Calabria nel 2020 per la modernizzazione delle reti, i lavori rimangono bloccati.
A2A partecipa solo a parole: Servirebbero condotte interrate e sistemi di gestione intelligenti, ma manca la volontà concreta.
Nel frattempo, i fondi del PNRR destinati al efficientamento idrico in Calabria (ben 45 milioni di euro) restano inaccessibili perché senza progetti condivisi con il gestore, non si può accedere ai finanziamenti.
5. L’Ombra del Caso Montenegro: Un Monito Inquietante
Le dinamiche operative di A2A in Calabria richiamano alla mente il controverso caso Montenegro, dove l’azienda fu coinvolta in accuse di gestione opaca della società elettrica EPCG.
Nel 2017, la magistratura montenegrina arrivò a congelare le quote di A2A per presunti legami con élite politiche corrotte.
Anche qui, il timore è che gli interessi finanziari prevalgano sui bisogni della nostra comunità.
A2A tratta l’acqua come una merce, non come un diritto fondamentale.
In tutto questo la Regione, troppo spesso, non prende posizioni chiare in merito.
6. La stagione 2025: tra speranze e paure
I 7,5 milioni di metri cubi annunciati per il 2025 sono un’ancora di salvezza, ma gli agricoltori sanno che non basta.
Se piove poco, A2A chiuderà i rubinetti per salvare le turbine e gli agricoltori resteremo a guardare i campi morire, La Regione promette «monitoraggio costante», ma i protocolli con A2A non prevedono sanzioni per i mancati rilasci: Nessun piano B è sul tavolo.
7. Tra Greenwashing e Diritti Negati: Un Futuro Incerto
Nel suo report di sostenibilità 2024, A2A si vanta di promuovere l’economia circolare nei territori ma per gli agricoltori del Crotonese, l’unica circolarità percepita è quella delle promesse non mantenute.
Vogliono dipingersi di verde, ma qui applicano logiche puramente estrattive, finché la gestione di una risorsa vitale come l’acqua sarà nelle mani di chi risponde agli azionisti e non ai cittadini, questa guerra silenziosa continuerà.
Mentre la piana del Crotonese si appresta ad affrontare la stagione estiva, sperando di non incorrere nella siccità degli anni passati.
E che le istituzioni sappiano ascoltare il grido di un territorio che chiede solo di poter continuare a coltivare il proprio futuro con dignità.
Intanto il distretto energetico di Crotone sta crescendo…
…intanto il distretto energetico di Crotone continuerà a crescere.
Fonti: documenti regionali, report ARERA, atti del caso Montenegro.