“Se noi del Pd vogliamo vincere le elezioni non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti”. Sono passati quasi 5 anni da quando ‘Fratelli di Crozza’, la popolare trasmissione di Maurizio Crozza, sbertucciava alla grande il Pd ancora al governo (con Gentiloni) e in particolare Minniti ministro dell’Interno e adesso quelle “macchiette” ritornano di grande attualità perché, anche sei il politico calabrese è fuori dalla ribalta, c’è il segretario del Pd Letta che sta tragicomicamente imitando proprio il “Crozza Minniti”…
E infatti Crozza proprio in queste ore non ha potuto rinunciare a ricordare quei tempi: «Ci è stato detto che bisognava fare politiche di destra – destra economica e destra securitaria – per fermare la destra: una dissennata omeopatia che si è risolta invece in una mitridatizzazione, cioè in un lento e costante spostamento a destra di tutto il quadro politico – e, cosa più grave ancora, del senso comune del Paese. La sintesi migliore è la battuta che il Marco Minniti impersonato da Maurizio Crozza ripeteva ossessivamente: “Non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti!”».
Già. Il comico genovese aveva presentato in anteprima questo “nuovo” personaggio: Marco Minniti. E quella frase – “Se noi del Pd vogliamo vincere le elezioni non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti” – aveva già avuto un effetto esilarante. Ma vedere tutto il “pezzo” su Minniti è ancora più efficace. Del resto, era ora che la satira puntuale, pungente e per certi versi disarmante di Crozza puntasse anche su questo furbacchione di ministro che tomo tomo cacchio cacchio strizzando l’occhio alla destra più becera, avrebbe voluto continuare ad avanzare nel suo squallido progetto.
L’estate 2017 aveva portato consiglio a Maurizio Crozza. Le dichiarazioni, e le azioni, del ministro dell’Interno in materia di soccorso ai migranti in mare e rapporto con le ONG impegnate nelle operazioni di recupero dei naufraghi, avevano segnato l’agenda dei media e dei Palazzi. Per il suo ritorno autunnale, quindi, Crozza non poteva sottrarsi e aveva puntato su uno dei temi più delicati dell’estate 2017. Il claim del suo Minniti? “Se noi del PD vogliamo vincere le elezioni, non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti”. Appunto.
“Il tema è la parola sicurezza, non lasciate mai e poi mai la parola sicurezza agli altri“, avverte Crozza-Minniti. E ancora: “La parola ‘spezziamo le braccia ai migranti non possiamo lasciarla alla destra. Se non picchiamo i neri, vince la destra che vuole picchiare i neri. Nei prossimi dieci anni, sappiatelo amici neri, comunque vada voi le prendete“. Chiaro, no? Questo è veramente fascista, solo che è travestito da uomo di sinistra, ormai lo sanno tutti.
Ma procediamo con ordine e vediamo insieme i passaggi salienti del “pezzo” di Crozza su Minniti. Il punto di partenza non poteva essere che il suo periodo “Lothar” con “Mandrake” D’Alema. Il baffetto del mago paragonato a quello del politico e dissacrati alla grande dal comico, hanno strappato applausi a scena aperta, specie quando è spuntata fuori la foto d’ordinanza di Minniti e D’Alema nel periodo in cui erano inseparabili. E da Mandrake-D’Alema all’altro mago più illusionista del mondo, che risponde al nome di Renzi, il passo è stato brevissimo. Applausi e risate per suggellare il primo “quadro”.
“Sono tutti innamorati di Minniti” attacca Crozza quasi sconsolato per introdurre la seconda “gag”. Eh sì, perché tra le innamorate principali dell’agente pelato c’è addirittura Alessandra Mussolini, che non molto tempo fa ha ammesso che il ministro “… ha fatto quello che dovevamo fare noi”. E parlava a nome del nonno ha chiosato Crozza scatenando l’ilarità generale. Così come per gli apprezzamenti della Santanché, perfettamente in linea con la Mussolini. Minniti, uomo che si definisce di sinistra e che però piace incredibilmente alla destra: “Nel ’45 era il sogno di tutti i partigiani” sfotte Crozza che centra ancora un’altra battuta perfetta.E che dire della diplomazia del Nostro? Crozza commenta un articolo di giornale nel quale c’è scritto che l’Italia ha dato 46 milioni di euro (!) alla Libia e fa vedere le foto di Minniti che saluta calorosamente sia Al Sarraj, il leader riconosciuto dall’Onu, che il generale Haftar, quello non riconosciuto. “O finanzi uno o finanzi l’altro” taglia corto Crozza, “non puoi dare soldi a tutti e due…”. E giù ancora risate e applausi per sottolineare il grande bluff di un Minniti furbo, opportunista e “spietato sceriffo di destra”. Ridicolizzato come strameritava.
A questo punto, Crozza ci fa vedere Minniti in alcune pose che ormai sono diventate abituali: i cambi di tono della voce, le frasi quasi sussurrate per sottolineare il momento decisivo per la “tenuta democratica” del Paese, i movimenti studiati delle mani e persino degli occhi sgranati e ovviamente i due sostantivi preferiti del Minniti oratore: l’assillo e il cruccio. Il preludio al penultimo “quadro”, quello dell’imitazione vera e propria.
L’Europa che gli tributa il merito di non si capisce bene cosa e poi rieccoci al tormentone iniziale, quello delle parole che non possiamo lasciare ad altri: non solo fascismo e sicurezza ma anche manganello, mazza chiodata, bastone nel culo, menare ai froci… Con tanto di sguardo “assassino” e di destra.
E la lotta alla mafia? Altro quadretto esilarante che ci consegna il bluff di Minniti. “La lotta alla mafia la facciamo col controllo del territorio. Come lo facciamo? Come fa la mafia!”. Che poi è la semplice e triste verità, lo sanno tutti che lo stato non fa proprio nulla per fermare le mafie e lo sa bene anche Minniti. Si chiude con la canzone, la parodia di “Una carezza in un pugno” dove il ministro fascista viene sfottuto ancora alla grande. Bravo Crozza, l’imitazione di Minniti era un vero gioiello e già allora rendeva chiaro agli italiani il “pacco” del sempre più schifoso Partito della Nazione. Con il Pd che ha già scelto deliberatamente di perdere.