Da Sting a Richard Gere la Calabria “vola” sul mondo

di John Nisticò

Ben detto sul fatto che l’ immagine della Calabria voli via senza alcuna inibizione di confronto, che seppur mancato con le numerosissime associazioni culturali del territorio calabro, dovrebbe – a dire del Presidente della Calabria Film Commission Anton Giulio Grande -, perlomeno appagarci, quali calabresi “in the world”.

Eppure di personaggi autorevoli che da lungo tempo ci rappresentano per delle qualità tratte da storie vere e non riferite a nomi, fatti e cose puramente casuali, ne abbiamo avuti tanti, che lavorando in posti lontani, si distinguono per doti umane e professionali quale pura identità calabrese. L’ obiettivo di una gran class cinematografica, forse fine a se stesso, poi quei protagonisti e macchinisti, operatori, giornalisti, autisti fortunati, ma tra qualche giorno si “smonta” e con questo ultimo atto, saremo rimandati al prossimo giro di boa, senza se e senza ma.

Il ridondante risultato che da 29 anni abbiamo tra le mani è l’eco di notizie “flash” rimbalzate da un social all’altro e qualche striscia e copertina di tv nazionali, senza ampie vedute panoramiche del capoluogo di Calabria che, a partire dal centro città, resta spento e lasciato al passeggiatore seriale.

Da Roma a Milano, passando per gli stadi all’ Arena di Verona, non esista mai che a Catanzaro si sia concretizzato il Festivalbar di ordinaria tappa o edizione personalizzata, tornando a quel 17 luglio 1993 al Ceravolo, organizzato dal noto promoter Ruggero Pegna, dove Sting non fece, invece, alcuna tappa nel capoluogo di regione, data l’ ordinanza di diniego motivata con rischio “inquinamento atmosferico, scontri tra i partecipanti, rabbia sociale nel quartiere” e stupidaggini varie, questa sì che fece il giro del mondo, aprendo tutti i TG nazionali e stranieri. La Repubblica dedicò due pagine, con titolo: “Catanzaro: Sting è un pericolo e inquina”, chiedendo un parere pure ad uno psicologo.

Almeno adesso in questa casadontica roulette, va, comunque, dato merito a Gianvito con la speranza che tutto intorno non ci lasci l’ amarezza di un abituale vuoto a perdere. Dal cittadino vittima di una sanità allo sbando, di territori al degrado, di una ricezione turistica pressappoco tale, ma, soprattutto, il capoluogo di regione con un Pronto Soccorso in balìa delle onde, adesso che tante fan rischiano il malore alla vista del Guardia Marina Mayo (Richard Gere, ndr).

Non mancano i commenti e gli schieramenti, pro e contro tutto e tutti, la tastiera a portata di mano farà della quotidianità un cibo sano per la gente e poco per la mente, ma eccone il risultato di un laborioso fare e rifare, perché no, ancora le stesse cose, tanto da riceverne persino il patrocinio quale vero intrattenimento “social”. Vorremmo tutti una Calabria sinergica nel suo interno, capace di comunicare con i propri Artisti e professionisti di settore, magari richiamandoli da ogni parte a lavorare per rappresentare l’ essenza di virtù ed eccellenze da far conoscere e scoprire, allora sì che potremmo ritenerci abili promotori della nostra terra, e poi spazio al nostro pubblico e internazionali spettatori!

Calabria terra d’amuri, tesori nascosti tra la gente, veri concerti mancanti e attesi solo dagli emigranti, quelli sparsi in terre lontane, perché qui il lavoro scarseggia per i giovani, loro sì che “volano”, anzi, migrano all’ estero per scansare il deprimente soggiorno “ambientale”, figli di gente onesta che poco ha da dover spiegare.

Al Presidente della Calabria Film Commission Anton Giulio Grande, esprimo massima disponibilità, in qualità di Presidente di un’ associazione culturale presso Catanzaro, nel poter aprire un tavolo di confronto ed audìre quanto più ci spetta, idee progettuali e di mera promozione del territorio, eliminando, così, dissensi e lungaggini burocratiche che vanno identificandosi, purtroppo, in questa chiara Cinemazia.