Dal Vangelo della Sanità cosentina: l’irresistibile carriera del Cinghiale

“La mafia uccide solo d’estate” è stato un capolavoro di quel furbacchione di Pif, che usando l’arma dell’ironia ha ridicolizzato il sistema “mafia-stato” che ci governa da secoli.

Se ci legge (e la cosa non è improbabile) gli proporremmo un altro film dal titolo “Alcune cose riescono meglio in agosto”. Eh sì, perché il sistema “mafia-stato” non solo uccide d’estate ma ad agosto fa tantissime cose che non si potrebbero fare in altri mesi dell’anno.

Le promozioni per delibera, ad esempio. Nelle amministrazioni pubbliche, poi, il metodo funziona che è una meraviglia.

Prendete il Cinghiale, al secolo Antonio Gentile. Senatore (prima per Forza Italia, poi per il Pdl, poi per l’NCD e Ap e al prossimo giro… chissà) dal 2001, fedelissimo di Silvio Berlusconi ma anche promesso sposo del razzista Salvini, premiato con un posto di sottosegretario all`Economia e poi buon sodale di Matteo Renzi, che lo ha premiato anche lui con quello stesso posto che aveva dovuto lasciare in fretta e furia per un “problema tecnico”, di stampa per la precisione.

Conoscete tutti la celeberrima vicenda della telefonata nella quale il suo stampatore di fiducia chiede al figlio dell’editore-strozzino che dirige Calabria Ora di occultare la notizia dell’avviso di garanzia al figlio raccomandato di Antonio Gentile, Andrea – oggi candidato nel collegio della Camera di Cosenza – per avere incarichi legali e definisce il suo “padrino politico” Cinghiale. Uno scandalo nazionale.

Lui, il Cinghiale, è uno che ha sempre avuto a cuore la salute pubblica. Soprattutto quando arrivano le elezioni. Alle regionali del 2010 si è sgolato contro il partito della sanità, che, a suo dire, ostacolava i progetti di rinnovamento messi in campo dal centrodestra. Per forza: dell`Azienda Ospedaliera di Cosenza lui sa tutto e si accorge di tutto, visto che ne è diventato un dirigente nel lontano 2004, quando in Calabria regnava il centrodestra di Chiaravalloti ed evidentemente il partito della sanità non era un problema.

Ha fatto carriera, il Cinghiale-senatore. E pazienza se, su un paio di questioni, l`amministrazione avrebbe potuto approfondire prima di concedergli la qualifica. In certi casi è inutile perdere tempo in valutazioni. Il placet arriva più velocemente. E se è agosto è meglio.

LA PROMOZIONE PER DELIBERA

GAB_15_672-458_resizeÈ il 22 agosto 2003 e la deliberazione numero 780 riguarda proprio il senatore che ancora non è un Cinghiale ma un gabbiano che vola libero e… bello sui cieli di Cosenza. Con il documento (che si richiama alla legge che disciplina le funzioni svolte dal personale iscritto all`albo dei giornalisti), l`Azienda sanitaria prende atto «che il dottor Antonio Gentile dal 14 maggio 1993 al 10 ottobre 1996 ha svolto funzioni della carriera direttiva presso l`ufficio “Formazione e aggiornamento professionale” dell`ex Usl di Cosenza e dal 10 ottobre a oggi (22 agosto 2003, ndr) presso l`ufficio stampa dell`Azienda Ospedaliera di Cosenza».

Il giornalista Antonio Gentile, dunque, per la sua instancabile attività di comunicazione, diventa dirigente. La deliberazione ci tiene a specificare ancora meglio e a «inquadrare il dottor Antonio Gentile, dal 14 maggio 1993, senza alcuna pretesa di carattere economico, nella carriera direttiva del ruolo amministrativo e in particolare in qualità di collaboratore amministrativo professionale, ruolo amministrativo».

Il Cinghiale e Scarpelli

Giustizia è fatta! Dopo tanti anni di servizio come dirigente, al senatore vengono riconosciute le sue prerogative. Ci mettono la firma in tre: il direttore amministrativo Antonio Belcastro, il direttore sanitario Gianfranco Scarpelli e il commissario straordinario Mario Santagati. Tutti e tre scelti da quel centrodestra di cui Gentile è uno dei maggiorenti. Si sono trovati a decidere sui requisiti del loro sponsor. In perfetta autonomia, si presume. D`altra parte, la sanità cosentina – quando è gestita dal centrodestra – è totalmente libera, mentre diventa lottizzata solo quando passa all`altra parte politica. In realtà, tutti sanno che centrodestra e centrosinistra sono perfettamente d’accordo anche quando fanno finta di litigare. Per informazioni rivolgersi alle banche titolari dei conti correnti di questi farabutti. 

IL SENATORE HA I TITOLI

Passa un anno: il 15 dicembre 2004 l`Azienda Ospedaliera bandisce un concorso per la copertura dei posti di dirigente amministrativo. E ammette lo stesso Gentile sulla base dei documenti presentati. Il senatore, nonostante gli impegni parlamentari, riesce a vincere il concorso, conseguendo l`inquadramento a dirigente amministrativo dell`Azienda ospedaliera. Complimenti: un carrierone. Ma, d`altra parte, se uno ha i titoli a posto non si può andare tanto per il sottile. È un senatore? Non importa: merita di diventare dirigente. Le discriminazioni al contrario non valgono (e non sarebbe giusto ecchecazzo, scusate il francesismo).  

IL DIRIGENTE CHE NON C`ERAC`è un però. Nell`atto che ammette Gentile al concorso per dirigente, c`è un riferimento normativo alla legge 401 del 2001. Questa legge prevede che nei concorsi per l`accesso alla qualifica di dirigente, il 50% dei posti vada ai dipendenti delle Aziende sanitarie che bandiscono il relativo concorso, purché questi siano «in possesso di diploma di laurea, provengano dalla ex carriera direttiva della stessa azienda e abbiano maturato nove anni di effettivo servizio nella predetta carriera o qualifica». Dunque, per il nostro senatore fa fede la deliberazione dell`agosto 2003: senza di essa, Gentile non avrebbe avuto il requisito di provenienza dalla carriera direttiva né tantomeno avrebbe maturato un`anzianità di nove anni di effettivo servizio.

E qui – nella parola “effettivo” – sta l`aspetto da approfondire.

Altra delibera: il 21 settembre 2004, l`Azienda Ospedaliera di Cosenza si occupa di sistemare lo status del suo dipendente più illustre. Così, un atto firmato ancora una volta da Antonio Belcastro, colloca «in aspettativa senza assegni, a sanatoria, il dipendente dottor Antonio Gentile dall`1 giugno 2001, data in cui è stato eletto senatore al collegio numero 3 di Cosenza all`ultima competizione elettorale, e per la durata del mandato».

Ma come? Non avevamo detto che fino a tutto il mese di agosto del 2003 Gentile aveva prestato servizio effettivo come dirigente? A quanto pare, sì, stando al documento firmato da Santagati, Belcastro e Scarpelli.

Eppure, lo stesso Belcastro lo colloca in aspettativa per i suoi impegni al Senato. Come ha fatto il politico cosentino a “dirigere” l`Azienda Ospedaliera nei due anni (e due mesi) in cui non l`ha frequentata per la sua attività a Palazzo Madama?

Il mistero è custodito nella delibera di fine agosto 2003. Dunque, non solo il sottosegretario è stato inquadrato in una mansione superiore senza concorso (ma, come abbiamo visto, per funzioni svolte), ma avrebbe svolto quelle funzioni anche in un periodo in cui non era presente nelle stanze dell`Azienda Ospedaliera. D`altra parte lo certificano fior di dirigenti, che lo stesso Gentile aveva contribuito a piazzare nei posti di comando dell`azienda, nella quale da sempre vige il più rigoroso spoil system politico. Noblesse oblige.

pensionePS: Il Cinghiale è andato in pensione dal 1° novembre 2016. Una bella pensione da dirigente amministrativo. Ruolo che gli fu dato definitivamente da Antonio Belcastro, dopo tutta la tarantella che vi abbiamo raccontato, il 1° gennaio 2005, quando, come abbiamo visto, Gentile era già senatore e non poteva usufruire di alcuna progressione. 

Una pensione da 4 mila euro mensili. Alla faccia nostra.