Dell’asinità concreta del somaro e dell’asinità astratta dell’asino (di Otello Lupacchini)

DELL’ASINITA’ CONCRETA DEL SOMARO E DELL’ASINITA’ ASTRATTA DELL’ASINO

dalla pagina FB di Otello Lupacchini

Da Machiavelli ad Agrippa di Nettesheim, da Folengo all’Aretino, da Sebastian Brant a Rabelais, il simbolo dell’asino appare con insistenza nella letteratura del Cinquecento, fino ad assumere un ruolo rilevante nelle opere di Giordano Bruno. Ed è proprio nella concezione bruniana dell’asinità che la tradizionale interpretazione esclusivamente negativa del simbolo, viene capovolta: all’asinità negativa del somaro (ozio, arroganza, unidimensionalità) si affianca il polo speculare dell’asinità positiva dell’asino (fatica, umiltà, tolleranza). L’asino si ricollega, insomma, alla duplice natura dei Sileni di Erasmo: basta andare oltre la rozza immagine esteriore dell’asinità, per conoscere i tesori gelosamente custoditi al suo interno. E proprio attraverso questo gioco di rovesciamenti è possibile ripercorrere i grandi temi della filosofia di Bruno: la conoscenza, la scienza, la religione, i miti, la civiltà, il linguaggio, la letteratura.