Deputato del PD affiliato al clan Muto: gli indizi

Vogliamo rendere partecipi i nostri lettori alla “caccia” al parlamentare del PD affiliato alla cosca dei Muto, fornendovi gli stessi indizi che ci giungono in redazione.

Come più volte abbiamo spiegato, dall’indiscrezione giornalistica venuta fuori, i più indiziati di tutti sono i deputati cosentini.

Questa l’indiscrezione per chi non l’avesse letta.

“… Si ha notizia, infatti, di un parlamentare calabrese del Pd, purtroppo un omissis copre ancora il suo nome, che avrebbe scorrazzato per il Cosentino utilizzando un’autovettura di proprietà del facoltoso imprenditore privato oggetto delle indagini della Procura distrettuale di Catanzaro. Peccato, per il parlamentare, che quella macchina era imbottita di “cimici” piazzate dalla Dda e quindi ecco narrate agli inquirenti, le aspettative del boss, i suoi interessi, la necessità di contare sul territorio. Anche per il trasferimento di una dirigente amica all’interno delle Poste italiane, il boss chiede e il parlamentare esegue…”.

Come tutti sanno i deputati del PD di Cosenza sono: Madame Fifì, Magorno, Aiello, Covello.

Veniamo agli indizi.

Qualcuno ci dice che la vettura in questione, quella imbottita di cimici donata dall’imprenditore al parlamentare, è una Mercedes, ma non ci specificano il modello né il colore, anzi escludono un colore: il nero. Dunque, il parlamentare dovrebbe avere una Mercedes. O quantomeno aver avuto una Mercedes. E pare che una deputata del PD abbia proprio una Mercedes.

L’imprenditore, presumibilmente legato al mondo della sanità, ci dicono che sia proprio del Tirreno. Ed è proprio sul Tirreno che si trova una delle cliniche più grandi, la seconda in Calabria per volume  d’affari, ed è quella che sorge da decenni a Belvedere. Che significa Cetraro per quel che riguarda il controllo criminale del territorio. La struttura più appetibile di tutta la costa cosentina.

Lo stesso imprenditore, proprietario di questa clinica, risulta ufficialmente aver finanziato la campagna elettorale del 2013 di una deputata di Cosenza del PD, con 5.000 euro. Sempre dello stesso imprenditore facoltoso, si dice che abbia una amicizia anche con un’altra deputata del PD figlia d’arte. Di questo imprenditore non si esclude che possa aver fatto cartello con lo strozzino della sanità proprietario anch’esso di una clinica sul Tirreno, a Longobardi.

Poi c’è chi ci fa sapere che questa inchiesta potrebbe prendere spunto anche dal monitoraggio, da parte della DDA, di qualche sindaco del Tirreno che a partire dalle elezioni del 2013 pur di diventare parlamentare si vende l’anima al diavolo. Un deputato che più di altri conosce quel territorio. Che una volta diventato parlamentare si adopera per mantenere le promesse fatte al boss.

Chissà che macchina ha questo deputato che è stato anche sindaco sul Tirreno?

Infine c’è chi accosta la vicinanza  con un deputato del PD di alcuni imprenditori del settore della sanità provenienti dall’altra sponda, cioè lo Ionio, la cui ricchezza non si capisce bene da dove arrivi. Il deputato si sarebbe fatto carico di aprire nuovi “mercati” ai novelli Paperoni, mediando con il boss Muto il loro sbarco sul Tirreno.

Questi i nostri elementi che volentieri mettiamo a disposizione dei nostri lettori. Non sappiamo quanto possano valere visto che ci arrivano per lo più da fonti anonime. Ma senza offendere nessuno li mettiamo a disposizione di tutti, specie degli indiziati. Non prima però di aver fatto una scommessa: vediamo chi scopre per primo l’identità del deputato mafioso del PD: noi (inteso come lettori) oppure la Giustizia?

GdD