Di Maio a Catanzaro: quando l’informazione non è di regime

Catanzaro, lunedì 5 ottobre, ore 17:00. In piazza Luigi Rossi, nel piazzale del Palazzo della Provincia, sventolano decine di bandiere bianche. Che, però, non sono affatto una dichiarazione di resa, semmai di guerra, per l’onestà.

Gli stendardi a cinque stelle annunciano che di lì a poco i rappresentanti del movimento politico più rivoluzionario e contestato del dopoguerra stanno per salire sul palco e la piazza poco a poco si riempe di sostenitori e curiosi.

E qualche piddino imbufalito e contrariato. C’è anche il tipico contestatore sopra le righe che a un certo punto viene portato via dai Carabinieri, non manca proprio nessuno. Anche se certa stampa ha snobbato accuratamente l’evento.

Alcuni attivisti raccolgono delle firme nei gazebo, altri invece, del meetup di Cosenza, mostrano un esposto presentato in Procura poche ore prima con cui chiedono alla Corte dei Conti di far luce sulle spese del sindaco Occhiuto per la questione dei Rom. Un milione di euro, raccontano, che sarebbe un grosso sperpero di denaro pubblico e che comunque non risolverebbe la questione.

Mezz’ora dopo il pubblico comizio prende il via, anche se gli attivisti sono costretti a menzionare il tragico evento accaduto in mattinata a pochi km da quella piazza: una donna di 36 anni si è lasciata cadere nel vuoto lanciandosi da un ponte.

Poi si entra nel vivo della questione e come mitragliette impietose i grillini sparano a zero su Mario Oliverio e il suo governo. E’ quasi sempre la sanità il fulcro del discorso: soldi pubblici spesi senza criterio, tagli impropri e nomine illegittime che riconducono quasi sempre ad amici degli amici. Quasi quasi si ha l’impressione che la sanità in Calabria sia molto peggio di quanto si immagini.

A chiarire bene la questione ci pensa Lugi Di Maio, possibile candidato Premier quando in Italia si tornerà ad esercitare il diritto al voto. Circondato da telecamere e giornalisti risponde senza esitazioni a tutte le domande, anche alle più spinose, anche quando gli viene chiesto, senza giri di parole, se il sistema sanità sia sorretto dalla ‘ndrangheta.

Questo lo deciderà la magistratura – precisa con diplomazia il vicepresidente della Camera -, anche se ci sono dei fatti che sono inconfutabili. La criminalità organizzata ha bisogno di investire il suo denaro e di legalizzare i suoi giri d’affari. Molto spesso – continua -, per farlo si serve della politica. E abbiamo visto come in Calabria la politica faccia continuamente pressioni sulle decisioni nella sanità e i giri milionari legati ad essa. Pertanto, è probabile che la magistratura prima o poi possa trovare la correlazione.

Non perdonano neppure Alessandro Di Battista, Dalila Nesci e tutti coloro che hanno preso parola, arrivati senza scorta e scesi tra le gente a manifestazione finita, senza paura di un linciaggio.

Onestà, onestà! – gridavano mentre la folla applaudiva e si univa al coro – Continueremo la nostra battaglia, il governo Oliverio comincia a scricchiolare, potrebbe avere i giorni contati.”

Poi è la volta dell’onorevole Paolo Parentela: “Sono felice che oggi siamo qui perché proprio Catanzaro è stata una delle città più ostili e indifferenti al Movimento Cinque Stelle. Ma forse oggi questa piazza ha capito che questi signori dobbiamo mandarli tutti a casa.”

Mentre l’agorà continuava a riempirsi, con buona pace di alcuni giornali locali.

Francesca Lagatta