di Saverio Di Giorno
Non è bastata la sonora bocciatura che ha ricevuto Diamante come capitale della cultura. Non ha ridimensionato l’ego del sindaco senatore Magorno. Il sindaco gestisce la cittadina come fosse un suo feudo. L’ultima “perla” è il Vax Day che si terrà oggi presso il Conad di Diamante.
L’annuncio recita: per residenti e non residenti. Una struttura che avrà anche spazi, ma che è quantomeno inusuale tant’è che il logo della Conad, il fiore giallo, campeggia vicino al fiore scelto come simbolo della campagna vaccinale. Una marchetta? E come sia resa possibile è presto detto: il supermercato è di proprietà del suocero del sindaco. Insomma tutto in famiglia.
D’altra parte non è una novità per Magorno confondere piani che dovrebbero restare separati. Uno su tutti quello della sanità da altri affari mentre guardando quanto è successo con la clinica ex Tricarico (gestione Franco Muto) e il gruppo di Terravecchia dei fratelli iGreco (chè giustamente a Cariati s’incazzano), Magorno non l’ha capito né si è mai degnato di rispondere o chiarire in merito a queste sue “frequentazioni”, per usare un eufemismo. Più recenti invece sono le inchieste di Bruni che hanno coinvolto membri del suo Comune e anche in quel caso ha evitato di fare valutazioni politiche e trattando giustizia e politica allo stesso modo e cioè infischiandosene.
C’è anche da dire che se si sente forte a tal punto è perché tutto il contesto gli ha permesso tutto senza eccepire nulla. Anche nel caso del centro di vaccinazione nel centro commerciale, l’Asp acconsente, anzi “obbedisce”.
Poteva mai diventare una città governata in questo modo divenire capitale della cultura? Sarà provocatorio o azzardato, ma la risposta è no. E non perché non abbia sufficiente storia o arte da raccontare, anzi. Il punto è che l’arte e la cultura non sono una collezione di nozioni, quadri, monumenti o libri da esibire d’estate sulla terrazza con una ristretta cerchia di procuratori, giornalisti prezzolati e venduti, professori e clericali che fanno da cortigiani. “La cultura è una cosa ben diversa” ricorda Gramsci, che dovrebbe appartenere alla formazione politica di Magorno… “È organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri”.
Come tutto questo si concilia con la minaccia di querelare chiunque dica che il mare è sporco, cioè con il tentativo di zittire critiche e pensiero contrario non si sa; salvo poi scoprire che, secondo informazioni ormai note, il sistema di depurazione è al centro di un giro di mazzette. Come la cultura si concili con le dirette moraliste degli scorsi anni nemmeno è chiaro.
E poi il controllo diffuso nemmeno funziona. É notizia di queste ore una sparatoria proprio a Diamante nella quale è rimasto, purtroppo, ferito il proprietario di un’attività commerciale, un bar del lungomare. E chissà che anche in questo caso, come spesso è ricorrente in questi casi non c’entrino storie di rese di conti, debiti e patteggiamenti, segno che il tessuto sociale ha problemi ancora irrisolti. Altro che capitale della cultura…