Diamante, i bugiardi del Porto

DIAMANTE, I BUGIARDI DEL PORTO

Come nel film horror di Romero non sono i morti a ritornare ma i porti. E a darcene notizia è il governatore , speriamo ex, Occhiuto che a Diamante durante l’avvio del festival del peperoncino spara la notizia che il finanziamento del porto è definitivamente perso.

Pensiamo che ogni cittadino diamantese che abbia un minimo di cognizione di causa ben sapesse della notizia senza aspettare Occhiuto che ne parlasse come se lui fosse stato il portiere della regione Calabria e  non il massimo responsabile. Insomma come si dice nel nostro dialetto “n’a vinut a piglià pu cul’”. Ci sono le elezioni e in ogni paese dove va a parlare ne spara una inerente alle problematiche del luogo dove si trova. Da noi non poteva che parlare di porto e assumersi la responsabilità che una volta eletto risolverà la questione. Insomma votiamo Occhiuto e il porto si farà. E dietro ecco la pletora di politici, tutti i politici a sparare cavolate con i soliti toni tipo io lo avevo detto, io lo sapevo, io qui , io lì. I politici, tutti i sindaci che hanno governato Diamante sono responsabili a vario titolo del declino del nostro paese e della non costruzione del porto iniziato nel 1970 e mai terminato.

Il Movimento popolare, che tutti ricordiamo, nacque con questo unico scopo, unendo forze di ogni genere, superando inimicizie e contraddizioni personali, unendo commercianti, operatori turistici, imprenditori, balneari, semplici cittadini, portò allo scoperto tutto il marcio che c’era attorno al cosiddetto Porto Santoro, rivelando la truffa, gli interessi, le omissioni e le complicità esistenti fra i sindaci dell’epoca, i consiglieri che lo invitarono a parlare, alcuni imprenditori ammaliati dal ricco cosentino che ricco non era anzi era in pieno fallimento. La denuncia all’ANAC firmata da centinaia di cittadini rivelò la verità che la Giunta Magorno non volle accettare che anzi bypassò sperando in una rivalutazione di Santoro nonostante non avesse più oro. L’arresto dei tecnici regionali responsabili del progetto del porto, arrestati non per il porto ma per altre faccende come il parcheggio in piazza Bilotti a Cosenza, la funivia a Camigliatello e l’aviosuperfice di Scalea scoperchiò il marcio esistente negli uffici della regione , e indirettamente coinvolse il progetto del porto ed i suo maggiore artefice.

A quel punto bisognava seguire la traccia aperta dall’ANAC cosa che non si fece continuando a giocare fra ricorsi, richieste di risarcimenti, rifacimenti del progetto, rincorse a nuovi finanziamenti. Intanto si cacciarono i pensionati dalla loro sede , si puntellò il lungomare sottostante, si gridò al deterioramento dello stesso, si chiuse l’accesso ai pochi pescatori che ancora vivono di pesca, tutto in nome di una proprietà comunale non rivendicata al momento opportuno salvo che con  passeggiate televisive con la fascia tricolore a tracolla. Passerelle elettorali e niente più.

E adesso ? Adesso sappiamo poco delle carte esistenti nel Comune, dei passaggi effettivi fatti presso gli uffici tecnici della regione da parte della nuova amministrazione, ne sa di meno anche l’opposizione , almeno quella riguardante Pino Pascale e Cauteruccio , ora divisi, ma uniti nella giunta con Magorno, che fecero cadere la giunta Sollazzo  nel momento in cui la regione con Oliverio Presidente avrebbe dovuto far cadere il contratto con Santoro. Allora si era in tempo per tenere fermi i finanziamenti e basterebbe rileggere la relazione che fece Savarese allora consigliere di opposizione , contrastata a favore di Santoro dall’allora consigliere di maggioranza Cauteruccio.

QUESTA E’ LA STORIA ED OGGI SIAMO MOLTO NEGATIVI SULLA POSSIBILITA’ DI OTTENERE NUOVI FINANZIAMENTI SE I SOGGETTI CHE DOVREBBERO OCCUPARSENE SONO GLI STESSI CHE LO HANNO AFFOSSATO.

Comitato difesa ambiente  /  promotore e parte integrante del Movimento popolare per un porto pubblico