Diamante, i video che incastrano De Summa (e Don Magorno): giro di mazzette per prendersi i depuratori

L’operazione Archimede della procura di Paola contro la maladepurazione nasce a Diamante. Così hanno detto gli stessi inquirenti nella conferenza stampa nella quale hanno illustrato i dettagli del blitz. E l’esposto dell’imprenditore dal quale prende il via l’inchiesta è stato oggetto di più di un articolo da parte del collega Saverio Di Giorno. Anche in quello che segue si trovano preziose informazioni che in pratica anticipavano quanto sarebbe accaduto. Compresi i picchettaggi delle forze dell’ordine intorno ai pozzi dell’acqua e le notizie sulle mazzette dell’imprenditore De Summa, uomo-chiave dell’inchiesta. 

di Saverio Di Giorno 

Poche parole. Dalle piccole alle grandi questioni c’è l’unico vero metodo di governo: se tutti hanno informazioni su tutti, allora tutti sono almeno prevedibili. Se salta fuori qualcosa, viene quindi il sospetto che ci sia una regia e da tale sospetto non sono esenti i video, che ormai circolano ovunque, nei quali personaggi della politica diamantese avanzano accuse sul sindaco e su diverse altre istituzioni (magistratura compresa).

Come già scritto, (in totale solitudine purtroppo) sono video risalenti al 2016/2017 (http://www.iacchite.blog/la-bomba-di-diamante-protagonisti-e-retroscena-di-saverio-di-giorno/) e quindi veniva naturale chiedersi: perché proprio in periodo – diciamo così – elettorale? Anche perché, contemporaneamente a quei video si registrano picchettaggi delle forze dell’ordine intorno a pozzi dell’acqua. Motivazione? Top secret. C’erano seggi e posti (pochi!) da contendersi e quindi se si poteva azzoppare qualcuno tanto meglio, ma se questo è l’unico modo per fare luce in questi posti … sempre meglio di nulla. Tanto più che non ci voleva un profeta per anticipare che qualcuno sarebbe stato “trombato”. Forse allora bisognava e bisogna chiedersi: si dicono falsità o menzogne?

Ma c’è anche un altro modo per fare luce. Con pazienza ascoltare chi ha storie lunghe da raccontare come l’avvocato Battista Greco, che da molti anni denuncia cose simili e – come già si anticipava – era il difensore del signor Buonanno (fonte di quei video). Per le sue denunce, ha subito anche un pestaggio costato tre anni ad Angelo Aligia e, negli ultimi tempi, ha avuto soddisfazione nelle aule giudiziarie. Ascoltarlo forse può servire a bilanciare le assenze di chi invece, per mancanza di possibilità o di energie, ha abbandonato battaglie lunghe, ma necessarie.

Quando viene contattato dal signor Buonanno, è per una questione di abusi edilizi che lo contrapponeva al comune di Diamante. “Il sig. Buonanno aveva già alcune registrazioni, in particolare di alcuni funzionari di regione che parlavano di ingerenze della criminalità nel comune”. Tutto viene denunciato e allegato immediatamente. L’avvocato pensa di trovare nel signor Buonanno un aiuto nella sua battaglia che già andava avanti da anni e insieme decidono di fare queste videoregistrazioni per tutelarsi.

Veniamo quindi al contenuto dei video: un giro di mazzette che avrebbe favorito l’azienda di De Summa nella gestione dei depuratori. Questo si dice. I depuratori erano stati sequestrati nel 2007 alla ditta precedente dall’ex pm Greco e affidati per circa 350 mila euro annui alla nuova ditta. L’avvocato dice: “… Nei video si vede Savarese, ma in realtà sono cose confermate anche da altri uomini politici, non solo, ma ci sono le carte”. E cosa si conferma in queste carte che lui conserva? L’affidamento senza gara tanto per cominciare, dettato sicuramente dall’urgenza ma poi continuato per gli anni successivi. Poi, aggiunge l’avvocato, gli è stato confidato che all’inizio la ditta non possedeva nemmeno i requisiti tecnici. “Il GIP all’epoca vide tutto, ma le carte non arrivarono mai ai magistrati inquirenti”. Una prima stranezza, anche questa denunciata, che allunga ombre sulla giustizia calabrese, ma anche salernitana. Quindi c’è una possibilità che in quei video si dicano delle verità. E allora, prima di chiedersi cosa ci sia dietro, forse, vale la pena approfondire.

Nel maggio 2017 però arriva un colpo di scena. Il signor Buonanno viene scoperto (dallo stesso avvocato) a parlare con il pm Greco. L’avvocato rinuncia immediatamente al mandato difensivo, denuncia tutto con tanto di foto e tronca i rapporti. “Scopro che tra le varie persone registrate ci sono io stesso che parlo con lui”. Perché e quando il signor Buonanno decide di passare “dall’altra parte”, cioè da quella delle persone denunciate è un mistero, ma non l’unico di questa storia. Anche gli accusatori dei video (Savarese, Pascale) sembrano poi aver fatto pace con il senatore Magorno e a quanto pare, anche con la loro coscienza. Perché e quando? Mistero, appunto.

Da quel momento, l’avvocato viene definito alla stregua di un pazzo. Però gli anni passano e in questi mesi da Paola si conferma che i video che ritraevano l’avvocato Battista Greco sono stati manipolati. Una bella rivincita. Siamo ormai ai giorni nostri.

Tutto questo l’avvocato non solo lo ha denunciato a tutte le procure competenti (Paola, Catanzaro e Salerno) ma giunge notizia che il contenuto sia stato trascritto. Forse si potranno chiarire alcuni dubbi. Uno però potrebbe chiarircelo lo stesso senatore. Lo scrivevamo già, ma è bene ripeterlo: da una memoria difensiva del pm Greco risulta che il contenuto di quei video fosse già in suo possesso da alcuni anni. Sua e dello stesso pm ovviamente. A che titolo il pm Greco li aveva? Non risulta fosse competente. E soprattutto: un normale cittadino che vede e sente quelle accuse rivolte sporge come minimo querela. Perché il senatore Magorno non ha fatto nulla (almeno che si sappia) e ha invece preferito tenersi accanto sia i video, sia chi rivolgeva accuse?

L’avvocato Battista Greco dopo decine di anni ha ancora speranze ed energie. Finora dedicate alle aule giudiziarie. Ma se queste saranno sorde, non esclude “azioni pacifiche, ma plateali per chiedere e avere giustizia”. Ognuno i suoi metodi.