“Non rinuncio alla politica e continuerò a farla da cittadina, così come avevo iniziato, ripartendo dai problemi reali delle persone e dal mio territorio, con la stessa passione che mi ha sempre accompagnato”. Con queste parole che definire ipocrite, false e menzognere è fargli un complimento, Federica Dieni, in parlamento da 10 anni, annuncia il suo addio al Movimento 5 Stelle. E aggiunge: “È da tempo che le decisioni che vengono prese dai vertici non mi appartengono più”. Sta tutta qui, in queste false parole, la rovina del Movimento che ha permesso a personaggi come la Dieni, la Nesci, Melicchio e simili, di nascondere la loro inoperosità politica dietro una montagna di chiacchiere e retorica, nonostante le vibranti lamentele della “base del Movimento” che per 10 anni ha denunciato l’inconcludenza dei propri rappresentanti.
La Dieni, insieme alla Nesci è la peggiore espressione del più becero opportunismo che la politica italiana abbia mai espresso. E per superare personaggi, in materia di camaleontismo, come Salvini, Meloni, Letta, Berlusconi, Renzi e compari vari, ce ne vuole. Ma la Dieni c’è riuscita. In 10 anni di poltrona, compresa quella di vicepresidente del Copasir, non ha prodotto nulla per la Calabria e i calabresi. Totalmente assente dal territorio, ha passato gli ultimi 10 anni della sua vita politica a crogiolarsi in quel di Roma, giocando a fare la statista, senza mai concludere nulla. Ed oggi dice che vuole ritornare a fare politica tra la gente per ascoltare i problemi reali che assillano la nostra regione. E la domanda sorge spontanea: ha avuto 10 anni da parlamentare per ascoltare i problemi della gente, come mai fino a ieri non ha mai ascoltato nessuno?
La verità è che se Conte avesse concesso la deroga al secondo mandato la Dieni oggi avrebbe sicuramente detto altro, elogiando il Movimento e la sua “direzione strategica”. È questo il problema della Dieni, avrebbe voluto continuare a vivere di politica come i politicanti che dice, a chiacchiere, di voler combattere, perché la vita facile piace a tutti, a lei più degli altri. La cosa che più rattrista in questa squallida vicenda è che personaggi come la Dieni si sono nascosti per 10 anni dietro i valori e gli ideali anti casta del Movimento che hanno usato solo per giustificare il loro conclamato parassitismo sociale e per poggiare il culo sulla comoda poltrona da parlamentare, conquistata con l’inganno e tradendo la buona fede dei calabresi che hanno creduto davvero in un cambiamento, che alla fine non è mai arrivato.