Dimensionamento scolastico: in Campania sospeso, in Calabria continua
In data 30.10.2023 il Tar Campania ha sospeso gli effetti del decreto interministeriale n. 127 del 30.06.2023 sul dimensionamento scolastico (legato alla riduzione dei posti di Ds e Dsga) per effetto del ricorso presentato dalla regione Campania. La Regione, difatti, ha ottenuto la sospensione del decreto in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità dello stesso. La questione è stata giudicata dal Tar Campania “rilevante e non manifestamente infondata” inviando tutti gli atti alla Corte Costituzionale.
Ricorso dello stesso tenore è stato, già all’inizio di questa vicenda, inviato dalle Regioni Emilia- Romagna, Toscana e Puglia.
E la Calabria?
La Calabria ha, da molte dichiarazioni, adempiuto in maniera precisa e puntuale per non essere commissariata. Avrebbe potuto comportarsi come le altre Regioni che hanno comunque emanato le Linee Guida Regionali per non essere commissariate ma hanno comunque impugnato per difendere il loro territorio.
Il territorio campano, quello emiliano, o peggio quello pugliese hanno più rilevanza del territorio calabrese? No, hanno solo soggetti che lo difendono meglio. Insomma, non hanno un presidente-parassita e neanche una vicepresidente che a chiacchiere dice di essere donna di scuola e nei fatti la affossa.
Ma sul tema del dimensionamento la Regione Calabria ha fatto ancora peggio.
Non solo ha recepito pedissequamente senza alcuna critica un decreto che andava impugnato poiché lesivo dei territori e dei presidii scolastici ma ha persino recepito da quel decreto solo la parte che “svantaggiava” la Calabria non inserendo nelle Linee Guida principi in esso contenuti che avrebbero aiutato specifiche aree, ne è l’esempio il principio della deroga nelle aree di minoranza linguistica che la regione si è “scordata” di inserire a danno di territori arbereshe e grecanici, altro che tutela della minoranze linguistiche!! Cosa dice l’assessore Gallo su questo oltre che scodinzolare?
E com’è possibile che una Regione con una vicepresidente, Dott.ssa Princi, Dirigente Scolastico di professione, abbia permesso anzi perpetrato questo scempio? E qual è il tornaconto per questo totale asservimento al governo centrale?
La Regione si trincera e non risponde nemmeno alle richieste accorate delle scuole che hanno presentato reclami, richieste di rilievi, ricorsi, non vengono ascoltati i territori…
Ricordiamoci che se la Corte Costituzionale dichiarerà costituzionalmente illegittimo questo decreto e le nostre realtà scolastiche saranno salve sarà per i ricorsi delle altre regioni, non certo per la nostra che non ha tutelato il proprio territorio. Grazie Princi&Occhiuto, al momento giusto i calabresei sapranno “vendicarsi”.