La corsa per la scelta del nuovo procuratore di Napoli si è conclusa ieri con la nomina di Giovanni Melillo e si incrocia sempre di più con il cammino di un’altra, delicatissima, nomina al vaglio del Consiglio Superiore della Magistratura, quella per la successione a Franco Roberti nella guida della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Roberti andrà in pensione nel prossimo mese di novembre ma è chiaro che il CSM ha iniziato già da tempo a lavorare per individuare il sostituto e non era certo un mistero che concorressero alla sua successione lo stesso Melillo e il procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho, che erano in lizza anche per la procura di Napoli.
Melillo era tra i sette candidati (che ora diventano sei) per l’ufficio romano di via Giulia e ora la strada per il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho è praticamente spianata.
Gli altri candidati per la Dna sono il pg di Palermo Roberto Scarpinato, quello di Milano Roberto Alfonso, quello di Firenze Marcello Viola, il procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino e il procuratore di Siracusa Francesco Paolo Giordano. Roberti – come dicevamo – lascerà a novembre.
La quinta commissione di Palazzo dei Marescialli, presieduta dal togato di Area Valerio Fracassi, aveva ascoltato nei mesi scorsi Cafiero de Raho e Melillo per le questioni legate alla procura di Napoli.
In cinque ore di audizione, alle quali avevano preso parte anche i tre consiglieri togati napoletani Antonello Ardituro, Lucio Aschettino e Francesco Cananzi, erano stati illustrati i progetti organizzativi.
Fra gli argomenti affrontati, quello delle intercettazioni e del controllo sulle attività dei sostituti al momento della richiesta o del decreto urgente. Cafiero de Raho aveva proposto il modello applicato a Reggio Calabria, con il doppio visto del procuratore aggiunto e del procuratore. Secondo Melillo invece la questione non si risolve sottoponendo tutto a visto anche perché sarebbe impossibile data la mole di procedimenti.
Si era parlato poi delle fughe di notizie (per Cafiero gli atti vanno trasmessi subito e sempre a Roma, secondo Melillo solo all’esito delle prime indagini vanno eventualmente inviati gli atti nella capitale) e di priorità nella azione penale. Melillo aveva battuto molto sul tasto dell’innovazione organizzativa e tecnologica proponendo Napoli come polo sperimentale del processo penale telematico. Cafiero era apparso più pragmatico.
In ogni caso, non c’è dubbio che siano proprio Cafiero de Raho e Melillo i due magistrati più quotati e valenti e dopo l’assegnazione della procura di Napoli all’ex capo di gabinetto di Orlando, è assai probabile che il procuratore di Reggio per fine anno passi alla Dna.