Don Magorno, massimo esperto in lecchinaggio: da Palla Palla al M5s pur di restare al potere

Don Magorno adesso lecca il culo ai 5 stelle pur di mantenersi la sua poltrona

Prima si autosospende dal Pd ora fa addirittura proposte di alleanze per le Regionali come se ne fosse ancora il segretario. Vuole far parte della fronda anti Oliverio, lui che ad Oliverio deve tutta la sua carriera politica. Leggiamo da Wikipedia la sua carriera politica di poltronista. Dal 1992 al 1997 nel Comune di Diamante ha ricoperto la carica di consigliere comunale e capogruppo per il Pds. Dal 2002 al 2006 è stato consigliere di minoranza sempre al Comune di Diamante e capogruppo consiliare del gruppo “La Svolta”. Nel 1999 è stato candidato alle elezioni provinciali e dal 2002 è diventato consigliere provinciale; nel 2004 è stato eletto consigliere provinciale con i Democratici di Sinistra e nominato capogruppo. Capolista della lista “Il Sole”, dal 2007 al 2013 è stato sindaco di Diamante nonché, dal 2004 al 2013, consigliere provinciale e capogruppo del Pd alla Provincia di Cosenza rigorosamente in quota Oliverio, presidente dell’ente già da quel periodo.

Nel febbraio 2009 è stato nominato Portavoce del Gruppo del Pd al consiglio provinciale di Cosenza, nel giugno 2009 è stato eletto consigliere provinciale (Palla Palla presidente, naturalmente) e nominato Presidente del gruppo consiliare del Pd. È stato componente della 1ª Commissione Consiliare “Politica Istituzionale, Bilancio, Programmazione Economica” e della 5ª Commissione Consiliare “Ambiente e Territorio”, sempre presso la Provincia di Cosenza e sempre alla corte di Palla Palla.

Nel maggio 2012 è stato rieletto sindaco del Comune di Diamante come capolista della lista “Il Sole splende ancora”, nel dicembre del 2012 è stato fra i primi eletti in Calabria alle primarie per la designazione dei parlamentari del Pd, sempre supportato da Palla Palla.  Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione XXIII Calabria per il Partito Democratico.

FOTO MIOCOMUNE.IT

Nel maggio 2013 entra a far parte della II Commissione Giustizia della Camera dei Deputati e nell’ottobre 2013 della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere. Nel febbraio 2014 viene eletto segretario regionale del Pd Calabria. Candidato per il Partito Democratico come capolista al Senato in Calabria, il 4 marzo 2018 viene eletto Senatore della XVIII legislatura della Repubblica Italiana. Dal 21 giugno 2018 è Segretario della 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato e dal 17 luglio 2018 membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. È stato rieletto sindaco di Diamante il 7 luglio 2019, come capolista della lista “Uniti per Te”.

E’ noto a tutti che in questa lunga carriera politica non ha fatto nulla. E’ stato sulle sue dorate poltrone, garantendosi lo stipendio a vita, mettendo l’uno contro l’altro nel suo partito e facendo fuori tutti quei dirigenti che si mettevano contro di lui. E’ stato allevato alla corte di Palla Palla ed ora è contro di lui, si è dimesso dal partito ma continua a dare ordini. Adesso deve le sue fortune a Renzi del quale è un grande leccaculo, dal momento che questi gli garantisce posizioni di rilievo all’interno del partito. E Don Magorno, fedele alla linea di Renzi ha fatto fuori tutti i renziani calabresi rimanendo lui l’unico referente in Calabria. Per questo motivo il parassita di Diamante sta sbavando e spera che il suo padrone lo aiuti a diventare sottosegretario nel governo con i Cinquestelle. Ecco perché adesso Don Magorno auspica l’alleanza con i grillini in Calabria. Da una parte per rafforzare la fronda anti Oliverio e dall’altra per ingraziarsi i Cinquestelle per ottenere il suo nuovo posto nel governo Conte 2.

Intanto le notizie che arrivano da Diamante, dove governa con il pugno di ferro, ci riferiscono che si sta sollazzando in una nuova campagna contro gli ambulanti e i negozi dei “bangladesh”. Nei giorni scorsi lui personalmente, con i vigili urbani al seguito, ha controllato tutti i negozi dei “bangla”, elevando multe per piccole occupazioni abusive dei marciapiedi. Della serie: forte con i deboli e debole con i forti. Ma questi soggetti qui non erano fascisti?