(DI MASSIMO FINI – ilfattoquotidiano.it) – La guerra israelo-palestinese è molto più pericolosa di quella russo-ucraina. È accertato che l’aggressione di Hamas agli eterni aggressori ha avuto subito l’appoggio dell’Iran, anche se gli stessi Stati Uniti ne escludono la regìa (il Parlamento iraniano ha inneggiato pubblicamente a questa azione, il governo è stato solo un po’ più cauto): appoggio non solo ideologico, ma anche con forniture dei mezzi di terra e dei droni che hanno sfondato la linea di confine, cosa inaudita, mai avvenuta in precedenza in questa misura (in passato, al massimo, i guerriglieri di Hamas erano riusciti a penetrare in Israele con due o tre uomini subito freddati).
Adesso gli Usa, che per ora avevano fornito agli israeliani munizioni per il sistema anti-missili, mentre la loro portaerei Uss Gerald Ford si sta dirigendo minacciosamente verso le coste palestinesi, avranno buon gioco e buon pretesto per attaccare l’Iran che vogliono spazzar via dalla faccia della terra da quando nel 1979 l’ayatollah Khomeini scalzò lo Scià di Persia che era totalmente ai loro ordini. Del resto i Pasdaràn iraniani, e lo stesso Iran, sono nell’“asse del Male”, perché tutti gli avversari dell’Occidente sono “terroristi”, da Putin ai Talebani, parecchi dei quali marciscono ancora nella prigione di Guantanamo.
Colpisce, e lo hanno sottolineato tutti, che l’intelligence israeliana, considerata la più efficiente del mondo, si sia lasciata sorprendere in questo modo. E che di sorpresa si tratti lo dimostra anche il fatto che da alcuni mesi il governo israeliano aveva lanciato una campagna per incoraggiare il turismo verso Israele, dove peraltro, a parte Gerusalemme, eternamente contesa fra le tre religioni monoteiste, c’è ben poco da vedere se non le suggestioni lasciatevi da Cristo, il giardino dei Getsemani, il Calvario dove fu crocifisso sotto la pressione ebraica, mentre il governatore della Giudea Ponzio Pilato, che aveva cercato in tutti i modi di salvarlo, dovette alla fine cedere alla furia degli energumeni. Una ferita che torna attuale adesso che si sono riaccese le guerre ideologiche e di religione, che non è “l’oppio dei popoli” come sosteneva Marx, ma è la madre di quasi tutte le guerre.
Anche la risposta iniziale dell’esercito israeliano è stata debole: a fronte di un migliaio di vittime fra militari e civili ebrei (bilancio provvisorio), i caduti palestinesi sono stati la metà, mentre di solito la proporzione è più che invertita: per un paio di israeliani morti in un raid, in passato si facevano nella Striscia di Gaza almeno una ventina di vittime civili sparando “’ndo cojo cojo” col pretesto di uccidere i guerriglieri. Ma ora è molto probabile, se non sicuro, che la rappresaglia di Tel Aviv sarà durissima, diretta non solo a pareggiare i conti ma, in questo macabro calcolo, a superarli di molto. Inoltre il ministro della Difesa israeliano Yoal Gallant ha annunciato per Gaza il “taglio delle forniture di elettricità, cibo, carburante: tutto chiuso”. Come si vede, la politica di strangolamento, soprattutto per quello che riguarda il cibo, non la fa solo Putin.
Infine non si può dimenticare che Israele ha la Bomba (quella atomica) e che, se fosse messo alle strette, non esiterebbe a usarla, visto che i suoi fedelissimi alleati americani l’hanno utilizzata a Hiroshima e Nagasaki, quando il Giappone era in ginocchio e gli Usa alle strette non erano affatto.
C’è poi l’Arabia Saudita, punta di lancia degli americani in Medio Oriente, che proprio di recente aveva intessuto, per la prima volta nella storia, rapporti con l’arcinemico Israele. E che farà la Turchia di Erdogan che, stando nella Nato, è un’ambigua alleata degli Stati Uniti, ma persegue una sua propria politica in Medio Oriente e ha ottimi rapporti con Hamas?
Insomma è iniziata veramente “la guerra dei mondi”. Allegria.