Ecco chi sono i veri nemici di Conte e della Calabria

L’accordo tra il Pd e i 5 Stelle è cosa fatta, il partito di Conte è nato, e come succede ai cuccioli in natura ha poco tempo per imparare a correre, i pericoli e gli agguati dei predatori sono sempre dietro l’angolo. Da subito il neonato partito di Conte sarà chiamato ad affrontare la prima grande sfida della sua vita: le elezioni amministrative e le regionali in Calabria. Il tempo stringe e bisogna fare in fretta, i nodi da sciogliere sono tanti, ma quello che più di tutto urge è scegliere il nome del candidato alla carica di presidente alla Regione Calabria che dovrà rappresentare la nuova coalizione antagonista alle destre.

Conte, per creare tutte le condizioni per poter uscire indenne da queste sfide, non dovrà lottare solo contro i pericoli della giungla politica calabrese, ma soprattutto con gli alleati del Pd e la loro ambigua natura di giocare sempre a perdere. Già, perché in Calabria quello che interessa ai feudatari del Pd non è vincere le elezioni, ma trovare l’uomo giusto (non importa se di destra o sinistra, l’importante che sia un amico degli amici. Si sa, gli amici degli amici non hanno colore politico, l’unico colore che conoscono è il verde dei dollari) in grado di garantire la tutela dei loro interessi privati nella cosa pubblica, e assicurare la continuazione dei loro sporchi intrallazzi. E De Magistris, che da tempo gira in lungo e largo la Calabria come candidato a presidente di un ampio schieramento civico, in questa loro battaglia è il primo nemico da abbattere. De Magistris presidente significherebbe per loro la fine politica ed economica: niente più intrallazzi e saccheggio delle casse pubbliche.

Ad osteggiare l’accordo tra il Pd, il nuovo partito di Conte e De Magistris, sempre i soliti capibastone calabresi. Gli stessi che dovevano essere rottamati da Renzi prima, e da Bersani poi, e che alla fine sono passati sempre indenni da tutte le bufere politiche e giudiziarie. Segno evidente del loro forte legame con i poteri forti e massonici che gli permettono di poter fare quello che più gli pare impunemente. Su tutti svetta il trio delle meraviglie: Madame Fifì, la vecchia volpe spelacchiata e Seby baciamo le mani, al secolo Enza Bruno Bossio, Franco Iacucci, e Sebastiano Romeo.  Tre esponenti di primo piano della più pericolosa paranza del Pd calabrese.

Le presentazioni dei personaggi sarebbero superflue, in Calabria le loro malefatte le conoscono tutti, ma giova ricordare i trascorsi truffaldini a danno dei calabresi, messi in atto dai tre. Madame Fifì è tra le principali responsabili del saccheggio delle risorse destinate allo sviluppo tecnologico della Calabria. Milioni e milioni di euro spariti nel nulla, per lo più finiti, attraverso finte consulenze, assunzioni fittizie, e appalti truccati, nelle tasche degli amici degli amici. Franco Iacucci è un politico che di politico non ha mai avuto niente, se non la grande capacità di gestire una agenda clientelare, utilizzando in maniera impropria le solite “determine” fittizie, per fini elettorali. Una “gestione” che prima svolgeva per se stesso e per conto di Palla Palla, per poi passare, armi e bagagli nelle fila di Madame Fifì, dopo un feroce scontro con l’ex governatore della Calabria. Il classico opportunista che passa da una “barricata” all’altra, a seconda delle convenienze personali. E per finire lui, il capobastone per eccellenza, Sebastiano Romeo, impelagato mani e piedi in questioni di contiguità con la ‘ndrangheta. Il tutto orchestrato sotto l’attenta regia del capo dei capi: Nicola Adamo, alias Capu i Liuni. L’obiettivo della paranza è chiaro: boicottare, costi quel che costi, la candidatura di De Magistris. Si sa: De Magistris, da magistrato, ha indagato proprio su Nicola e consorte, e conosce tutto della loro attività truffaldina nella pubblica amministrazione. I loro reati sono andati, com’è normale per i pezzotti che truffano i cittadini, prescritti.

Non c’è che dire, un bella e pericolosa paranza disposta a tutto pur di preservare la continuazione della loro specie. Sono loro i veri nemici di Conte, e della parte sana del Pd. Sono loro i veri e più sinceri alleati della destra. Sono loro, qualora Conte dovesse cedere al loro ricatto e convergere su qualche nome fittizio proposto dalla paranza, che ancora una volta garantirebbero alla massomafia l’elezione del loro uomo.

Speriamo che Conte abbia la capacità di fermare tutto questo e dare una possibilità ai calabresi di poter scegliere una persona onesta, che è quello che la paranza non ha mai fatto.