Fonte: Il Paragone (i veri dati sui ricoverati positivi)
Adesso iniziano a darli anche loro i veri numeri e a dire che bisogna fare distinzioni. Si stanno sgolando persino il televirologo Bassetti e anche Crisanti per dire che i report giornalieri sui positivi, e anche i tamponi, sono inutili e falsati. Pensate un po’! Quando lo dicevamo noi, utilizzando la stessa impostazione logica di analisi, ci davano dei sovversivi e fabbricatori di fake news. I dati, si diceva: “Il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato di Covid-19: non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie e al momento del tampone pre-ricovero risulta positivo al Sars-CoV-2″. I dati emergono da uno studio fatto da Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) sui ricoveri di 6 grandi aziende ospedaliere e sanitarie.
La rilevazione è stata effettuata il 5 gennaio. “Dei complessivi 550 pazienti monitorati, 363 (il 66%) sono ospedalizzati con diagnosi da infezione polmonare. Mentre 187 (il 34%) non manifestano segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare: ovvero sono stati ricoverati non per il virus ma con il virus. La diagnosi da infezione da Sars-CoV-2 è dunque occasionale. Per la stragrande maggioranza, il 36% del totale dei ricoverati positivi ma senza sintomi respiratori, si tratta di donne in gravidanza che necessitano di assistenza ostetrica e ginecologica. Il 33%, invece, è composto da pazienti che hanno subito uno scompenso della condizione internistica derivante da diabete o altre malattie metaboliche, da patologie cardiovascolari, neurologiche, oncologiche o broncopneumopatie croniche”.
Conclude Fiaso: “Tra i soggetti che hanno sviluppato la malattia polmonare da virus risulta vaccinato con un ciclo completo di tre dosi o con due dosi da meno di 4 mesi solo il 14%, di contro tra coloro che sono positivi al Sars-CoV-2 ma sono ricoverati per altre patologie è vaccinato con tre dosi o con due dosi da meno di 4 mesi il 27%. In entrambi i gruppi c’è una preponderanza di soggetti non vaccinati o che non hanno ancora fatto la dose booster”.