Ergastolo a Ruà e Bruni, la Cassazione smaschera il patto tra Patitucci e i giudici corrotti

Francesco Patitucci

Se volessimo malignare su alcune cose diremmo che il ribaltamento della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro che concedeva le attenuanti generiche a Gianfranco Ruà e a Gianfranco Bruni, rei confessi dell’orrendo duplice omicidio di Lenti e Gigliotti (1986), condannandoli a 20 anni di reclusione, oggi trasformati in ergastolo, prendendo anche per buone le loro dichiarazioni che scagionavano Francesco Patitucci dalla complicità nel duplice omicidio, è la prova provata della corruzione dilagante nei tribunali calabresi. Se volessimo malignare però.

Se volessimo argomentare questa malignità diremmo che ad emettere la sentenza “soft” a 20 anni per i due assassini, annullata dalla Cassazione, sono stati i giudici Domenico Commodaro e Fabrizio Cosentino, gli stessi che il corrotto ex giudice Marco Petrini (quello della mazzetta di Marcello Manna) indica come appartenenti, insieme al Gattopardo del porto delle nebbie, alla segreta loggia massonica di mafiosi e corrotti. L’ex giudice Petrini racconta di aver assistito in prima persona al loro “battesimo” con tanto di rito e formula, presso lo studio di Pittelli. Non solo, il Petrini ha anche dichiarato, a verbale, che il giudice Cosentino era suo complice quando, dietro bustarella consegnata da Manna, taroccò la sentenza che condannava all’ergastolo Patitucci (omicidio Luca Bruni), trasformandola in una bella sentenza di assoluzione. Bene, se volessimo malignare diremmo: ma è mai possibile che quando c’è di mezzo Patitucci, ad emettere sentenze a lui favorevoli c’è sempre il giudice Cosentino? E poi, sempre volendo malignare, come mai Petrini, che proprio oggi ha testimoniato al processo Rinascita Scott, dopo aver confessato tutto, oggi ritratta solo ed esclusivamente sui giudici Commodaro e Cosentino? Una ritrattazione che sa di ricatto, sempre a voler malignare.

Se volessimo continuare a malignare diremmo che la Cassazione dopo aver annullato la sentenza emessa dai giudici Commodaro e Cosentino, si è premurata che il “nuovo processo” fosse presieduto da altri giudici, il che la dice lunga sulle motivazioni dell’annullamento della sentenza da parte degli ermellini che evidentemente hanno capito dove stava il problema. Infatti i nuovo giudici non hanno creduto alle dichiarazioni di Ruà e Bruni condannandoli all’ergastolo, e denunciandoli anche per falsa testimonianza, sconfessando di fatto tutte le chiacchiere scritte in sentenza dai giudici Cosentino e Commodaro. Del resto non poteva essere altrimenti: è lo stesso Patitucci a confessare a sua insaputa, intercettato nel salotto di casa sua dalla Dda, di aver chiesto a Ruà e Bruni di accusarsi del duplice omicidio e di dichiarare la sua totale estraneità all’evento delittuoso. Una confessione chiara, quella di Patitucci, sulle complicità di certi magistrati addomesticati dalla ‘ndrangheta, e la storia professionale di Cosentini e Commodaro, costellata di strane e non certo casuali coincidenze, lo dimostra. Patitucci sapeva, nel chiedere il piacere al “Tupinaro” di scagionarlo, di poter contare su una corte amica, e la sentenza emessa da Cosentino che esclude Patitucci dal duplice omicidio, lo conferma, ma sempre a voler malignare…