Estorsioni e aste truccate nel Crotonese. coinvolti anche un legale e un poliziotto

Usura, estorsione all’ombra della cosca Grande Aracri di Cutro, truffa, aste pilotate, abuso d’ufficio e falso. Sono le contestazioni contenute nella richiesta di rinvio a giudizio che il pm dell’Antimafia di Catanzaro, Paolo Sirleo, ha avanzato nei confronti delle 31 persone finite al centro dell’operazione “Turos”, scattata lo scorso 27 ottobre con cinque arresti. Gli imputati dovranno comparire il 9 febbraio davanti al giudice per le udienze preliminari distrettuale, Antonio Battaglia. Tra gli accusati figura l’avvocatessa del Foro di Catanzaro Palma Spina (già archiviata nell’inchiesta “Genesi” della Dda di Salerno sui presunti episodi di corruzione del giudice Marco Petrini), che deve rispondere di turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori e tentata estorsione, aggravati dall’aver avvantaggiato il clan cutrese.

Inoltre, nelle carte del procedimento compare anche un agente della squadra mobile di Catanzaro, Antonio Lia, che avrebbe avuto accesso, illecitamente, ad alcune informazioni di polizia dalla Banca dati del “Sistema di indagine” del Ministero dell’Interno, utili per alcuni debitori sottoposti a pignoramento. 

Ma le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Crotone sono servite a disarticolare la presunta rete di usurai che sarebbe stata prossima al “locale” dei Grande Aracri per la vicinanza, ad esempio, di Giuseppe Turrà (accusato di usura ed estorsione) a personaggi dallo spessore criminale non di poco conto oltre che per la presenza di soggetti contigui alla consorteria cutrese.

Allo stesso modo, le Fiamme Gialle hanno svelato l’esistenza di un’attività fraudolenta di erogazione del credito, con i debitori vessati dai loro aguzzini ogni volta che ritardavano la restituzione del denaro avuto in prestito. Il blitz ha portato poi a scoprire una ipotizzata truffa ai danni del Gestore dei servizi energetici per l’installazione, ritenuta illegittima dagli inquirenti, di pale eoliche a Crotone, in località San Biagio, per mano della società Leaf srl grazie ad una autorizzazione non dovuta concessa dal Comune nel 2017.

In più, la Dda ha fatto luce anche su cinque aste immobiliari che, mediante raggiri, avrebbero consentito agli originari proprietari dei beni requisiti di ritornare nella disponibilità degli stessi. Come? Alcuni degli imputati avrebbero fatto leva sui legami con le maggiori ‘ndrine del Crotonese – Megna di Papanice, Grande Aracri di Cutro, Arena di Isola e Mannolo di San Leonardo di Cutro – per far desistere gli altri interessati ad acquistare fabbricati.

La richiesta di rinvio a giudizio è stato vergata da sostituto procuratore Paolo Sirleo nei confronti di Luigi Aprigliano, Alessandra Auditore, Rosario Caracciolo, Giancarlo Caterisano, Francesco Correale, Gaetano Correale, Cesare Curatola, Rocco Devona, Francesco Falcone, Antonio Franco, Giuseppe Germinara, Giuseppe Gigliarano, Laura Gigliarano, Rocco Gigliarano, Giuseppe Giordano, Antonio Grande, Domenico Grande, Raffaela Lavigna, Giorgio Leo, Antonio Lia, Salvatore Lorenzano, Rosario Mattace, Gerardo Padula, Antonio Provenzano, Francesco Rondinelli, Maria Russo, Palma Spina, Maurizio Staglianò, Giuseppe Turrà, Giuseppe Verterame e Gregorio Viscomi.