A Bocchigliero, provincia di Cosenza, splendida terrazza alta 900 metri con doppia vista spettacolare (da un parte il mare Jonio, dall’altra i boschi della Sila), ormai da qualche giorno campeggiano due grandi manifesti che danno il benvenuto alle due entrate del paese (in Via Russi e presso Il Girone) e dichiarano apertamente e orgogliosamente l’amore incondizionato per Domenico Berardi, il figlio di questo paese che si sta facendo onore con la maglia azzurra agli Europei e ha conquistato con i suoi compagni e il ct Mancini una storica finale. E così ormai per tutti Bocchigliero è semplicemente “il paese di Domenico Berardi”. Così come si legge sui manifesti.
Dopo le prime due grandi prestazioni con la Turchia e con la Svizzera, contrassegnate da due splendidi assist (uno è valso l’autogol di Demiral e l’altro il primo gol di Locatelli) ma anche dalla partecipazione agli altri due gol con la Turchia (perfetto il lob a cercare Spinazzola sulla fascia opposta in occasione del gol di Immobile) e al secondo con la Svizzera, Mimmo ha incontrato un po’ di difficoltà nell’ottavo di finale contro l’Austria, cedendo così il passo a Chiesa. Ma restando sempre nella massima considerazione del ct Mancini, che l’ha inserito nella mischia nel quarto di finale contro il Belgio nei complicatissimi minuti finali, nel corso dei quali ha dato tutto se stesso per conservare il vantaggio azzurro.
Anche ieri sera Berardi è partito dalla panchina ma già dalla mezzora del primo tempo, quando il ct l’ha chiamato per riscaldarsi, si era capito che avrebbe avuto grande spazio. E così, subito dopo il gol di Chiesa, Mimmo è entrato in campo al posto di Immobile con lo spostamento dello juventino a sinistra e di Insigne al centro nel ruolo di “falso nove”. Nei circa venti minuti di “esperimento” del nuovo tridente disegnato da Mancini, Berardi s’è mosso con grande personalità e ha lasciato il segno con due belle combinazioni. Nella prima, ha dettato il passaggio a Chiesa con un bellissimo “taglio” e il portiere gli si è opposto con i piedi, mentre nella seconda il suo tiro dal limite è stato bloccato dall’estremo difensore spagnolo.
Poi la Spagna ha pareggiato e Mancini ha messo dentro Belotti per Insigne e Locatelli e Pessina per Verratti e Barella, cambiando il modulo dal 4-3-3 al 4-2-3-1 e la squadra se n’è giovata soffrendo di meno nei supplementari e ripartendo con più slancio. Proprio qualche minuto prima della chiusura degli extratime, Berardi era anche andato in gol su lancio lungo di Chiellini con un bel gesto tecnico in spaccata ma il Var ha ravvisato un fuorigioco e così si è andati alla lotteria dei rigori, che stavolta ci ha sorriso. Mimmo non ha tirato il rigore, sia perché non ne ha battuti più in campionato dall’ultimo errore contro la Juve (parata di Buffon), sia perché si sono fatti avanti compagni che avevano più confidenza con situazioni così difficili e anche perché era un po’ affaticato ma era ovviamente in prima linea nei festeggiamenti per lo storico traguardo raggiunto della finale agli Europei. Alla fine della “giostra”, quasi tutti i giornalisti hanno commentato positivamente la partita di Berardi.
Paolo Tomaselli, del Corriere della Sera, è stato quello più “generoso” con Mimmo, assegnandogli un bel “sette” con ottime motivazioni.
Segue a ruota Stefano De Grandis di Sky Sport, che gli ha dato mezzo voto in meno ma gli ha riconosciuto il fatto di aver ridato vigore ad un attacco che stava giocando con molta difficoltà.
Sei e mezzo hanno dato anche Corriere dello Sport e Tuttosport mentre la Gazzetta dello Sport gli ha dato la sufficienza piena e l’unica insufficienza (5.5) è arrivata da Repubblica ma, con tutto il rispetto, fa davvero poco testo. Berardi adesso si propone alla grande per la finale di domenica a Wembley e o dall’inizio o a partita in corso, siamo convinti che darà ancora un grandissimo contributo alle notti magiche degli azzurri.