Famiglia Ionà, secondo attentato in tre anni. Anche la “pista politica” tra le ipotesi investigative

In Calabria sta avendo molta eco e non solo mediatica l’attentato incendiario alla concessionaria “Calabria Motori” di Campo Calabro di proprietà dell’imprenditore lametino Emanuele Ionà. Non è la prima volta che la famiglia Ionà viene fatta oggetto di attentati. Ad agosto del 2022 persone ancora ignote avevano incendiato la sua sede di Rende e anche allora c’era stata molta eco e non solo mediatica.

La storia della famiglia Ionà è nota a tutti. Sono loro a rappresentare il marchio Audi in Calabria e lo fanno ormai da decenni. La concessionaria Audi Zentrum Lamezia – si legge sui canali dell’azienda – nasce nel settembre 2005 da un progetto ambizioso della Famiglia Ionà, che accoglieva con entusiasmo il progetto europeo di ristrutturazione del settore automobilistico e della specializzazione del marchio. Ora, senza farvela troppo lunga, questa famiglia, il cui capostipite si chiama Luigi, da una semplice officina meccanica ha fatto una irresistibile scalata tanto da rilevare la filiale di Rende, che era stata gestita per molto tempo da Saverio Carlo Greco, della dinastia de iGreco di Terravecchia ed aprire quelle di Reggio Calabria e Corigliano-Rossano.

Dal 2006 le redini dell’azienda sono passate al figlio del fondatore, Emanuele, che l’ha guidata verso l’espansione. Senza voler essere dietrologisti o complottisti a tutti i costi, questa ascesa improvvisa a tanti ha lasciato qualche perplessità, soprattutto perché alle inaugurazioni in pompa magna dell’Audi Zentrum era sempre presente il gotha della politica calabrese senza distinzioni di colori e un vero e proprio trionfo di colletti bianchi per tutti i gusti e per tutte le stagioni. E non mancano le leggende urbane secondo le quali la famiglia Ionà non sarebbe stata insensibili alle richieste di finanziamento dei peggiori traffichini della malapolitica calabrese,

A gennaio 2024, poi, Emanuele Ionà ha deciso di avvicinarsi ancora di più al partito di Forza Italia e in particolare al coordinatore regionale Francesco Cannizzaro, che più volte lo ha definito enfaticamente “fratellino mio“. L’ingresso di Ionà in Forza Italia è stato molto criticato politicamente, anche alla luce di altre “new entry” non proprio cristalline.

Per molti la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il passaggio in Forza Italia del sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro con 4 consiglieri comunali. Tra questi consiglieri comunali ci sono due donne che hanno una un marito che è stato indagato per droga, l’altra il marito che ha incarichi al comune di Lamezia Terme molto prestigiosi e ovviamente chiacchierati. Tanto per non restare nel vago, diamo anche un nome e un cognome a questi personaggi. La consigliera Maria Grandinetti è la moglie di Pierrosario Munizza, titolare del lido-discoteca “Cool bay” finito nel mirino della Dda di Catanzaro per traffico di droga. La consigliera Anna Caruso invece è moglie di Rubens Cosco, famoso ingegnere che al Comune incassa incarichi a manetta, come se piovesse.

Ma non solo: sono tornati all’ovile come coordinatori cittadini, vecchi politici che per Lamezia Terme sono stati solo un danno. Tra questi, Salvatore De Biase, vecchio socialista, che è stato nominato addirittura coordinatore di Forza Italia a Lamezia Terme. La figlia Valentina, tanto per farvi capire di cosa parliamo, si trova nella struttura di Antonio Montuoro, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. Così non si scontenta nessuno…

Ma l’aspetto più rilevante di tutta questa operazione era stato proprio l’ingresso di Emanuele Ionà, definito appunto “fratellino mio” dal regista dell’operazione ovvero Cannizzaro e lusingato da tutti gli astanti. 

Del resto, quando, ad agosto 2022, qualcuno aveva messo a segno un attentato alla filiale di Rende, i primi politici che erano intervenuti a portare solidarietà agli amici Ionà erano stati proprio Roberto Occhiuto e Francesco Cannizzaro.

Già, Cannizzaro, detto anche Ciccio bummino o Ciccio panza, soggetto legato a doppio filo a Robertino Occhiuto, che sta cercando di portare risultati personali, da consegnare a Taiani per assicurarsi qualche incarico di maggiore prestigio in Forza Italia, sulle spalle dei cittadini calabresi. E sta reclutando decine e decine di personaggi borderline in Forza Italia.

A Lamezia, poi, la gente avrebbe seri motivi per prenderlo a torte in faccia. In tempi non sospetti, Cannizzaro si lamentava a Roma perché l’aeroporto di Lamezia Terme aveva ricevuto dei fondi. E ne diceva di tutti colori su Lamezia Terme, specialmente sui politici lametini. Eh sì, perché mentre l’aeroporto di Lamezia andava avanti, quello di Reggio sprofondava sempre di più nella melma… Al contrario di oggi, visto che praticamente ogni giorno leggiamo la propaganda per l’aeroporto reggino da parte di Forza Italia. Insomma, per farla breve: i politicanti lametini, guidati dal sindaco Mascaro, erano stati accusati di essersi venduti allo “straniero”. Noi non sappiamo se queste vicende possono rappresentare un movente per l’attentato incendiario dell’altra notte alla famiglia Ionà ma di sicuro gli inquirenti stanno valutando anche questa pista.