Riiparte il confronto fra il governo e le Regioni sulle regole delle riaperture previste da lunedì 18 maggio. Dopo lo strappo di questa mattina, i governatori sono riusciti a ritrovare l’intesa ed elaborare un documento comune contenente le linee di indirizzo per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative. Un testo che ha l’obiettivo di superare le criticità che i presidenti di Regione, in questo caso senza divisioni, hanno riscontrato nelle linee guida stilate da Inail e Iss per le riaperture in sicurezza previste da lunedì prossimo. Il governo ha quindi sospeso il Consiglio dei ministri in corso – che è stato al momento convocato alle ore 21 – e si prepara a un nuovo vertice con le Regioni (al via alle 19.30), forse decisivo. Intanto in Cdm è stato impostato il testo del decreto quadro, rivisto insieme ai ministri e modificato rispetto al testo circolato questa mattina.
Lo strappo tra i governatori si era consumato sulla posizione di Attilio Fontana: la Lombardia e i Comuni si erano infatti schierati sulla stessa linea del governo nel chiedere regole uniformi per tutti. L’obiettivo dell’esecutivo è evitare una babele di ordinanza disomogenee che creerebbero disparità e tradirebbero – appunto – le indicazioni sul distanziamento sociale fornite dall’Inail. Contrari a linee guida uniche invece i presidenti Luca Zaia – tra i più agguerriti – Stefano Bonaccini, Michele Emiliano, nonché il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.
La spaccatura è rientrata dopo ore di confronto, in cui è emersa la volontà comune di superare alcuni paletti posti dai protocolli Inail e ritenuti da tutti i governatori troppo stringenti. “Auspico che il documento venga fatto proprio dal Governo”, ha commentato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. ” Un risultato che è il frutto della proposta che avevo lanciato nella giornata di oggi a tutti i governatori e che si è dunque concretizzata in vista delle riaperture di lunedì, quando alcune nuove attività produttive potranno ripartire con linee guida condivise“, scrive in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, racconta invece di un accordo diverso: “Al primo punto chiediamo di modificare un passaggio del decreto legge, invertendone la logica: in vista della riapertura delle attività economiche si applicano i Protocolli regionali sulla sicurezza e solo in caso di mancanza quelli nazionali”.
Il Consiglio dei ministri tornerà poi a riunirsi alle 21 per cercare di approvare il decreto quadro sulle riaperture, limato in queste ore e composto da tre articoli: è prevista la riapertura dei confini regionali solo dal 3 giugno e la possibilità di restrizioni territoriali in base al quadro epidemiologico. Anche questo un punto contestato da alcune Regioni del Nord che vorrebbero deroghe sui propri confini. Rischia invece di slittare l’ok definito al Dpcm con le misure più specifiche in vista del 18 maggio che Conte puntava a chiudere già oggi.
Le critiche alle linee guida – Il fronte dei governatori è rimasto invece compatto nel contestare alcune delle linee guida: un esempio su tutti è quello dei 4 metri quadrati previsti per i clienti di bar e ristoranti, giudicati eccessivi. Tra le richieste avanzate al governo c’è quindi quella di cancellare ogni forma di ambiguità sulle responsabilità penali per chi voglia derogare alle linee guida Inail e Iss, con indicazioni considerate dall’esecutivo stesso, su alcuni aspetti, troppo stringenti. “Perché in fabbrica basta un metro, altrove ne servono due e lungo il litorale addirittura le persone devono mantenere 5 metri di distanza?”, è la domanda più frequente tra i governatori preoccupati per lo scenario che si prefigura non tanto da lunedì, quanto nei mesi estivi alle porte, e pressati dalle richieste delle associazioni di categoria dei commercianti, preoccupati anche dal capitolo sulle responsabilità in caso di contagio nelle proprie attività.
La corsa alle riaperture – Dal 18 maggio la palla passerà appunto nelle mani dei presidenti delle Regioni, che annunciano già passi più spinti nei territori dove la curva del contagio sembra piegarsi in maniera rapida. Negozi, parrucchieri, estetisti, ristoranti, bar in alcuni casi anche spiagge e asili nido: c’è chi è pronto a riaprire tutto da lunedì. E soprattutto – ecco il nodo principale – a superare le linee guida dettate dall’Inail e dall’Istituto superiore di sanità sulle distanze da rispettare.
La mobilità solo dal 3 giugno – Sulla mobilità tra regioni, ultimo residuato del lockdown, il governo tiene il punto: se ne parlerà il 3 giugno e potranno essere imposte limitazioni “in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”, si legge nella bozza. Ma anche su questo alcuni territori sono pronti ad aggirare Roma con accordi bilaterali: il Veneto, per esempio, è pronto a dare il via libera in accordo con Friuli Venezia Giulia e Trentino al passaggio tra le province di confine già da lunedì. “Si potranno visitare i congiunti, vista l’esigenza manifestata da numerosi cittadini”, hanno annunciato Zaia e Fedriga in una lettera.