Ferdinando Gentile: “La sinistra antagonista vive nelle piazze, nelle occupazioni e nella Curva”

Intervista a Ferdinando Gentile, autorevole rappresentante della sinistra antagonista a Cosenza

Iacchite’: La vittoria dei 5Stelle anche a Cosenza è senza dubbio legata alla richiesta “di aiuto” che oltre 11 milioni di italiani, che vivono in uno stato di precarietà e povertà perenne, hanno inteso lanciare a tutto il resto del paese. Una richiesta di aiuto che è anche un urlo di “rabbia” contro i politici corrotti, i maggiori responsabili della nostra disastrosa situazione economica. E non avendo altre alternative alla solita nomenklatura proposta dai partiti, la gente si è affidata ai 5Stelle. L’unica forza politica, allo stato, non intrallazzata con il potere economico/finanziario, e con quello politico/massonico/mafioso. Insomma il voto ai 5Stelle, specie quello del sud, si può tranquillamente definire un voto espresso da “proletari” che tutti pensavano sopiti o definitivamente ammorbati dal sistema, e rassegnati a questa triste esistenza. Tra l’altro molti punti del programma dei 5Stelle sono storiche battaglie della sinistra antagonista, su tutte il reddito di cittadinanza. Vi sentite scippati dal movimento? E come mai i 5stelle riescono a “sfondare” laddove la sinistra antagonista, nonostante una attiva presenza storica, tenta da sempre di “attecchire” senza mai “raggranellare” il benché minimo consenso “popolare”?

Ferdinando: No, non ci sentiamo scippati di niente, specie in termini di argomenti politici, da parte dei 5Stelle. Bisogna ammettere però che, a differenza della sinistra, i 5Stelle sono riusciti a catalizzare consensi raccogliendo proprio quell’urlo di bisogno disperato della gente, rimasto inascoltato per decenni, incanalandolo su un binario di speranza. Speranza che la gente non ha voluto più “affidare” a certa sinistra che si è sempre dimostrata ciarliera e corrotta. La stessa sinistra che non ha mai colmato la distanza tra il “dire e l’agire politico”. Infatti non c’è da stupirsi se come risposta alla strabordante vittoria dei 5Stelle, la replica dell’apparato partito è stata quella della demonizzazione del povero. L’errore secondo me sta in questo: non aver accorciato per prima cosa la “distanza tra il dire e il fare”, e il non aver saputo dare la giusta speranza alla tanta voglia di riscatto alla gente. Questo vale anche per la sinistra antagonista che al pari d’altri non ha colto questo segnale.

Iacchite’: Alcuni vi rimproverano di essere stati teneri per questioni di diplomazia e di opportunità politica con il sindaco Mario Occhiuto e questo forse ha creato degli equivoci con chi dalla sinistra antagonista si aspetta sempre e comunque “battaglia”, specie contro chi come Occhiuto rappresenta il male dei mali: Forza Italia. A sottolineare il vostro opportunismo politico, ci sarebbe, per alcuni, il dato oggettivo della “recrudescenza” che ha avuto la vostra opposizione alle politiche scellerate di Occhiuto, solo negli ultimi tempi, a differenza degli anni passati quando, sulle stesse spinose tematiche, la vostra politica era il silenzio. Perché prima nessuna critica, ed ora critica a tutto spiano? Cos’è cambiato se qualcosa è cambiato?

Ferdinado: Questa è una considerazione che più volte ho sentito fare a coloro i quali predicano bene e razzolano male. Spesso detrattori che insinuano maldicenze sulle attività degli altri, pur di giustificare e nascondere la loro inoperosità politica. Ed infatti ai detrattori rispondiamo con i fatti che, in quanto tali, sono incontrovertibili: dal 2011 ad oggi, ovvero sotto l’era Occhiuto, la sinistra antagonista ha prodotto centinaia di iniziative, tra le quali 8 occupazioni abitative, decine e decine di occupazioni di enti pubblici e consigli comunali, cortei e presidi. Se questa attività, per qualcuno, significa essere opportunisti… più che dire che ognuno la pensa come vuole, non posso fare. E poi, lo dico una volta per tutte, noi con Occhiuto non abbiamo mai avuto niente a cchi sparti. E chi vive la precarietà e la povertà in questa città sa bene da che parte siamo sempre stati.

Iacchite’: Cosa c’è di sbagliato, o di incomprensibile, nella vostra azione di comunicazione che impedisce ai cosentini di comprendere a pieno le vostre ragioni, e quindi aggregarsi alle vostre giuste, civili e democratiche iniziative? Eppure parlate di solidarietà, di aiuto a chi non ce la fa, di diritto alla casa e ad una vita dignitosa. Tutti argomenti che generalmente la gente approva. I vostri cortei, vista la povertà dilagante a queste latitudini, dovrebbero essere affollati. Ma così non è. Come lo spiegate?

Ferdinando: Non siamo abituati a misurare l’adesione alla nostra attività politica in base alla partecipazione della gente ad un nostro singolo corteo. Ma piuttosto dalla disponibilità che noi mostriamo verso chi in città vive situazioni di disagio materiale. Ovvero: in tanti si vergognano della povertà e di alzare la testa e spetta a noi, proprio perché ci definiamo soggetti politici, costruire le ideali condizioni politiche affinché la rivendicazione dei propri diritti diventi una pratica diffusa. Quello che conta, per noi, è la legittimità e la riconoscibilità in ogni luogo dove esercitiamo della nostra azione politica da parte della gente, la stessa che nel nostro percorso diventa protagonista del proprio destino. E se oggi non abbiamo ancora fatto “breccia” nei cuori della stragrande maggioranza dei cosentini il perché è chiaro: la comunicazione non funziona. E’ vero. Spesso adoperiamo un linguaggio troppo “ideologizzato”, e questo un po’ inibisce, e pone barriere alla comunicazione. L’intellettualismo di sinistra, seppur necessario nelle analisi, ha prodotto molti danni. Bisogna cambiare schema, questo è chiaro.

Iacchite’: E’ chiaro che nessuno vuole togliere dignità e valore al vostro lavoro politico che è concreto e visibile a tutti, oltre che svolto con generosità e coscienza, ma una idea di presente e futuro politico, alla luce di queste importanti novità, ve la siete fatta?

Ferdinando: Il presente politico non può prescindere da quello che fino ad oggi abbiamo costruito. La rotta va corretta, in virtù delle cose appena dette, non c’è dubbio, ma resta fondamentale, come caratterizzazione politica del nostro agire, l’internità e la capacità di conflitto che riusciamo a portare tra la gente. Va da se che a partire da questo costruiamo il nostro futuro.

Iacchite’: Quali sono i luoghi frequentati oggi dalla sinistra antagonista a Cosenza?

Ferdinando: Per fortuna a Cosenza, grazie al lavoro di tanti compagni nel corso degli anni, la sinistra antagonista ha sempre avuto a disposizione l’intera città. Centro sociale, piazze, occupazioni abitative, strade, scuole, radio Ciroma, e Curva. Luoghi dove si svolge la maggior parte della nostra vita sociale e politica. Luoghi che aggregano e che ci permettono di avere una visone reale della città. E’ in questi contesti che bisogna lavorare per costruire consenso. E oggi come ieri, è qui che ci troverete.

Iacchite’: Anche in questi luoghi non mancano i conflitti. E in particolare nel mondo degli ultrà, che storicamente a Cosenza sono sempre stati di sinistra: è vero che la vostra presenza all’interno della Curva, a sentire alcuni, ha provocato l’ennesima scissione tra compagni?

Ferdinando: Premetto: non sono un ultrà. O meglio, mi sento legato a loro e alla visone che hanno della società, anche se non faccio una “vita da ultrà”. Penso che la Curva è uno di quei luoghi dove, più di ogni altro, la mescolanza diventa ricchezza. Ed è con questo spirito che mi approccio ogni domenica in Curva. Lì trovo fratelli e sorelle con i quali condivido esperienze, lotte e socialità. E’ questa l’umanità che cerco. E forse questo non piace ad alcuni. Tanto da indurre qualcuno a scaricare su di me, che sono l’ultimo arrivato, responsabilità che non mi appartengono. Le cause della spaccatura nella storica curva del Cosenza, mi permetto di dire, sono da ricercarsi in altri tempi. Tempi andati di cui non tocca a me parlare. All’epoca ero solo un ragazzino. Quello che posso dire, oggi, invece, è che sono perfettamente a conoscenza di questo scaricabarile poco dignitoso per chi lo ha messo in atto, e di tutte le malignità che si dicono sul mio e nostro conto in merito alla frequentazione della Curva: fascisti, mafiosi, pisciaturi, favoreggiatori e altro. Parole che non ci hanno toccato mai più di tanto, perché ogni tentativo di affibbiarci responsabilità, cozza con la storia e l’evidenza dei fatti. Quei pochi che così si sono espressi nei nostri riguardi, lo hanno fatto solo per nascondere le loro palesi colpe. E lo hanno fatto nel modo peggiore: infamando ed accusando gli altri delle meschinità da loro commesse nel corso di tutti questi anni. Questo è sotto gli occhi di tutti. Almeno di chi vuol vedere. L’auspicio per noi resta sempre quello di vedere di nuovo la Curva unita e compatta, non fosse altro che per un senso di responsabilità verso le nuove generazioni, cantare e tifare Forza Cosenza.

Grazie.