Festival e spazi: così si comprano il silenzio di sindaci e associazioni

di Saverio Di Giorno

La provincia di Cosenza è ancora terra di ‘ndrangheta. Gli interessi non sono stati toccati, e le intimidazioni e le violenze non sono cessate. La differenza è che le intimidazioni non sono più denunciate. Non sono neppure notizia. I sindaci del cambiamento, quelli nuovi, sono silenti e alle associazioni e attivisti vari basta il festival, il biglietto omaggio, l’affitto dello spazio. Un arretramento su tutta la linea, un accomodamento, mentre gli altri hanno modo e tempo di riorganizzarsi.

Avevano creduto i cittadini di voltare pagina. Avevano davvero creduto che alla richiesta di novità e aria fresca, rispondesse coraggio e forza. Quello che abbiamo visto è invece un’estate di intimidazioni e silenzio. Tutta l’attenzione sugli eventi, i festival e la musica. Avevano creduto che bastasse cambiare volti, per cambiare anche il circuito economico. Ma nessuno dei nuovi ad oggi ha avuto il coraggio di intaccare gli interessi. Figuriamoci di esporsi. Invece si è preferito far finta che non succeda più nulla. Sono sparite anche le vecchie note di cortesia, i comunicati di occasione dopo qualche evento. Va tutto bene: gli eventi, i teatri pieni, i lidi pieni. La ‘ndrangheta è sparita dal dibattito.

È stato necessario che rischiasse di crollare un intero palazzo a Scalea (nell’intimidazione avvenuta al Brigante) perché ci fosse un minimo di attenzione. Fugace, veloce. Prima ancora furti e intimidazioni nell’area industriale. Lo stesso Cifuni (animatore della cooperativa progetto Germano) aveva denunciato l’assenza dei diretti interessati, degli imprenditori, nelle manifestazioni e negli eventi pubblici. Non partecipano perché conoscono la logica. Sanno gli accordi a cui tenere fede e i debiti da saldare. O è solo paura? Più di recente invece non è neanche emersa una nuova intimidazione a Praia, in una struttura turistica. Tutto normale.

Un anno fa una bomba carta sempre a Praia. Anche su quello nessuna risposta. Che dire di Belvedere. Forse è troppo presto per Diamante, ma continuano a denunciare i cittadini sversamenti sul solito torrente oggetto anche di inchieste. Chi sversa, quali ditte? Quali interessi? Ancora silenzio. Troppo occupati per i megaeventi del teatro. È stato necessario un agguato a Cetraro perché si creasse un minimo di scompiglio, ma anche su quello nessuna risposta – almeno ad oggi – dalle procure e dalle forze dell’ordine. A Cosenza e dintorni invece come al solito l’unico problema è la droga e qualche spacciatore. Restano senza risposta le domande aperte sui permessi edilizi, gli interessi, i rapporti con i clan. I sindaci della novità e del cambiamento dove sono? Le associazioni dove sono?

Le procure sono vuote (volutamente?) e dormienti e alcuni degli avamposti delle forze dell’ordine sul territorio hanno membri vicini agli stessi interessi locali.

I nuovi della politica e l’attivismo sono tutti disposti a chiudere anche entrambi gli occhi. L’importante è rimanere nel proprio orto, nel proprio spazio in affitto, avere il festival, l’ospite. E ovviamente tutti gli eventi sono un successo, tutti sold-out, tutti meravigliosi. I flop sono proibiti, silenzi sui disservizi, silenzio sui biglietti regalati e gli scambi di partecipazioni. I biglietti omaggio e le tribune. Ovviamente anche la stampa vuole i suoi omaggi.

Avevano pensato che lasciare da parte gli arnesi logori della politica locale fosse sufficiente. Avevano pensato che le vicende che avevano coinvolto Muto sulla costa e i clan del cosentino avesse dato una svegliata. In realtà Franco Muto è l’unico 41bis ai domiciliari d’Italia, con un territorio diviso tra bande che provano a spartirsi i lasciti. Gli altri si riciclano e a Cosenza è stato sufficiente dare in pasto alla stampa Manna e pochi altri per dare una riverniciata. Alla nuova politica bastano eventi, festival e bandiere. E poi si sonnecchia. Gli accordi veri vanno discussi altrove. Senza attenzione per chi ci guadagna e senza nemmeno sostegno di chi deve soccombere. In questo modo, si è ottenuto che il dibattito pubblico sulla ‘ndrangheta e la violenza sparisse completamente.