“Filadelfia, i De Nisi e Peppe ‘ndrina hanno fatto eleggere anche la moglie del “Bombarolo” del clan Grasso di Rosarno”

Mangialavori e Francesco De Nisi

Salve,

vorrei farvi presente l’attuale situazione al Comune di Filadelfia (Vibo Valentia), paese del rampante consigliere regionale Francesco De Nisi, dove l’attuale sindaca è Anna Bartucca, di Coraggio Italia. da lui candidata a mo’ di “pupazzo”, e dove il fratello Maurizio De Nisi è attualmente addirittura vicesindaco…

Vorrei farvi sapere – e di conseguenza vorrei farlo sapere a quanti più calabresi possibile – che hanno candidato, facendola risultare consigliere di maggioranza, anche la Sig.ra Veronica Gugliotta, moglie di Domenico Ursetta, meglio conosciuto come il “Bombarolo” della cosca Grasso di Rosarno, così denominato dalla stessa Procura Antimafia nell’inchiesta “Ares”. La candidatura della moglie del “Bombarolo”, in contemporanea con la candidatura alle Regionali di Francesco De Nisi è stata strategica e sicuramente degna di nota e di essere riportata, visto che i media “ufficiali” evidentemente non hanno il coraggio di farlo.

De Nisi è un soggetto molto controverso che voi stessi giustamente avete citato in diversi articoli in quanto citato nelle ordinanze di più operazioni della Dda di Catanzaro, e non é nuovo a contatti ed affari con le cosche. Tutti sanno poi che è funzionale alla “politica” di Giuseppe Mangialavori, detto anche Peppe ‘ndrina, anche lui presente in diverse ordinanze delle operazioni della Dda, anche lui intercettato e persino filmato (come si vede dalla foto in copertina) dalle forze dell’ordine. Inoltre sia De Nisi sia Mangialavori sono sulla bocca di numerosi pentiti dichiarati attendibili dalle procure.

Delle vicende di Domenico Ursetta (il Bombarolo) ne hanno parlato anche i media ufficiali. L’ultima volta che l’hanno fatto è stato il 26 luglio 2018 quando uno dei giudici più corrotti d’Italia, l’ormai ex presidente del Tribunale del Riesame di Catanzaro Giuseppe Valea, aveva scarcerato l’amico “Bombarolo”. Di seguito, il lancio delle agenzie di stampa di quel giorno.

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l’ordinanza del gip di Lamezia Terme e ordinato la scarcerazione di Domenico Ursetta, accogliendo le istanze avanzate dall’avvocato Saverio Loiero. Al vibonese Ursetta viene contestato di aver fabbricato e ceduto alla cosca Grasso di Rosarno delle vere e proprie bombe, solitamente impiegate per danneggiamenti a esercizi commerciali e fabbricate con una carica talmente elevata che lo stesso Giovanni Grasso confessava in una conversazione intercettata che «avevano fatto vibrare il paese».
Domenico Ursetta era stato tratto in stato di fermo il 9 luglio scorso nell’ambito dell’operazione “Ares” della Dda di Reggio Calabria incentrata sulla guerra intrapresa dalle famiglie di mafia Cacciola e Grasso per avere il controllo del traffico di droga nel porto di Gioia Tauro.
Il fermo ha interessato 31 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi, danneggiamento e altri reati. In seguito al fermo, i gip competenti per territorio hanno emesso le ordinanze di custodia cautelare. Per Ursetta, residente a Filadelfia, aveva proceduto con la convalida del fermo il giudice per le indagini preliminari di Lamezia.