Fincalabra, incarico alla figlia del Cinghiale: De Rose condannato dalla Corte dei Conti

Umberto De Rose

Esistono in Calabria l’ANSA (caporedattore Ezio De Domenico da Messina ma non come Antonello…), Agi,  Adnkronos, il Quotidiano del Sud, il Corriere “segreto” della Calabria? 

No, in Calabria non esiste niente quando si tratta di scrivere male del Cinghiale, al secolo senatore Tonino Gentile.
Esiste solo la Gazzetta del Sud (e sapete bene quanto ci costa elogiare i fasci…), che in prima pagina qualche mese fa ha riportato la condanna inflitta dalla Corte dei Conti ad Umbertino De Rose da Casali per gli incarichi in Fincalabra dati a Lory Gentile (la figlia del Cinghiale) e Paoletta Ambrosio, oltre che a un certo Genise, altro cognome famoso.

De Rose aveva affidato incarichi illegittimi alla brava figliola del senatore-cinghiale e dello psichiatra cosentino, imputato per associazione mafiosa per una presunta storia di false perizie psichiatriche.
Ambrosio era un altro della cricca del sottosegretario alle attività produttive, che oggi fa finta di non conoscerlo.
Umbertino, ricco come Trump (ma almeno non si mette il parrucchino), non è cattivo.  E nemmeno fesso. Quando sente il nome di Tonino, però, perde i lumi della ragione.

Rischia di prendersi una condanna per la vicenda del Cinghiale, per la quale non ha nessuna colpa se non quella di avere obbedito a Tonino, e dovra sborsare  80 mila euro, cosa che conoscendo la sua avarizia gli farà perdere il sonno.

Incredibile che una notizia del genere sia stata bucata da tutti tranne che da Gazzetta del  Sud. Così vanno le cose nel caravanserraglio dell’informazione (?!?) calabrese.