Forza Italia brillò nel cielo di Cirella: la festa dei Morrone con Luberto e Occhiuto. Il ruolo della Santelli

In molti ci chiedono come mai Gratteri non ha “beccato” anche il cazzaro Occhiuto oltre a “Palla Palla” Oliverio, Pittelli e Nicola Adamo. Noi non abbiamo risposte ma possiamo raccontare fatti. E dopo avervi raccontato quello di Gratteri che va a mangiare nel ristorante pignorato di Occhiuto e si fa il selfie col suo prestanome, ora vi raccontiamo quelli relativi a Luberto, ancora fresco di decreto di perquisizione per corruzione e mafia, braccio destro di Gratteri “costretto” a denunciarlo, e grande amico della Santelli, che non si fa problemi ad andare ai festini sulla costa insieme al sindaco di Cosenza, che invece dovrebbe indagare. Così vanno le cose a Cos Angeles… 

Poco tempo fa, si apprendeva dai boatos dei locali alla moda di Cosenza e dei circoli che sono soliti frequentare i peggiori esponenti della politica locale, che il magistrato Vincenzo Luberto, attualmente procuratore aggiunto a Catanzaro, si era messo una incredibile idea in testa: sostituire il prode Gratteri appena si accorgerà che la carica di procuratore di Catanzaro gli starà “stretta”.

Le voci, sempre più insistenti, provenivano dagli ambienti vicini all’onorevole nonché vicesindaco di Cosenza nonché coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli. Luberto, del resto, è notoriamente amico, frequentatore, accompagnatore e quant’altro della Santelli, che è stata determinante – grazie alle sue entrature “politiche” – per fargli fare carriera e farlo arrivare dov’è arrivato nonostante tutte le sue magagne. Un legame che lo ha indotto in questi anni ad attivare inchieste giudiziarie nei confronti dei rivali politici della Santelli ed oggi di Occhiuto per non parlare di Ennio Morrone e dei suoi illustri parenti: la figlia Manuela ancora giudice (penale!) a Cosenza, il genero poliziotto Stefano Dodaro e dulcis in fundo il figlio Luca (bambino mio) candidato con Fratelli d’Italia nelle liste di “farabutti” di Jole la capra.

Per farvi capire come Luberto sia funzionale a questo ambiente, nel quale sguazza da anni, riportiamo un eloquente documento risalente all’estate del 2014 quando il magistrato Luberto, incurante di dicerie, voci e compagnia cantante, va alla festa di compleanno di Luca e Marco Morrone alla quale partecipa, tra gli altri, anche Mario Occhiuto. E non solo. Non siamo ai livelli dei Casamonica o, per volare più basso, dei Citrigno di casa nostra, ma non c’è dubbio che si tratta di vicende grottesche o se preferite tragicomiche.

FORZA ITALIA BRILLO’ NEL CIELO DI CIRELLA (di Marcello Romanelli; tratto dal Quotidiano della Calabria)

E se Forza Italia ancora deve scegliere il candidato alla Regione Calabria, di certo la famiglia Morrone per questo enorme dubbio non trascorre male l’estate, tutt’altro. Ed è festa nella villa che si trova di fronte l’isola di Cirella. Una festa organizzata dal presidente del consiglio comunale di Cosenza Luca Morrone e dal gemello di nome Marco. Una festa che è anche un appuntamento tradizionale, ma in questa estate 2014 c’è la novità. Anzi  due.  La prima è che nell’invito della festa c’è la specifica: bisogna venire in total white. La traduzione è semplice: totalmente vestiti di bianco. Anche se basta una bella maglia o la classica camicia ed è fatta. La seconda novità la scoprirete leggendo questo pezzo di ferragosto tutto “tic-tac-toc”. Il rumore dei tacchi di donne bellissime, il rumore della chiacchierata all’ingresso e i saluti sussurrati a bassa voce: “ciao cara, ciao caro…”. 

Cari amici, eccolo il sindaco Mario Occhiuto che arriva puntuale dal suo presidente del Consiglio, che subito elogia il primo cittadino: “in bianco sei una favola”. Babbo Ennio saluta tutti con il sorriso regionale e rassicurante. Anche il pm Vincenzo Luberto si presenta con la camicia bianca stirata, pulita e profumata…“.

Vi risparmiamo l’elenco dei vari papponi al soldo di questa gentaglia, tra i quali spicca addirittura Diego Tommasi, altro elemento che vi “raccomandiamo”, seguace di Nicola Adamo finché ci sono stati i “picciuli” e poi transitato anche lui sulla barca “berlusconiana”, ed eccoci alla seconda novità preannunciata dall’articolista, che non a caso è il portavoce del sindaco-quaquaraquà di Rende Marcello Manna, del quale ci occuperemo a breve.

“… La famiglia Morrone ha le idee molto chiare sul ferragosto politico. Così chiare che quando partono i fuochi d’artificio dal mare in cielo si legge la scritta luminosa FORZA ITALIA. Questa è la seconda novità. E in molti dicono che in diretta telefonica di questa gradita sorpresa sia stato addirittura avvisato Silvio Berlusconi“.

Ce n’è abbastanza per inorridire, visto e considerato che a questa “parata” partecipa il procuratore aggiunto di Catanzaro?

La verità è che Luberto in questo ambiente (anche in quello della cosiddetta sinistra, perché come sapete qui da noi le larghe intese del magna magna vanno avanti da decenni) ci sguazza da molti anni perché sin dal suo ingresso in magistratura è sempre stato costretto a rivolgersi agli ambienti massonici della città ed alla malapolitica locale per protezione e per carriera offrendo in cambio protezione politica, ciò soprattutto in occasione di tante malefatte poste in essere non da cittadino qualunque ma da magistrato.

Ci duole dover ricordare – e cercheremo di essere il più delicati possibile – che nell’anno di grazia 2001 il prode magistrato aveva avuto qualche incontro ravvicinato non sappiamo di quale tipo (per usare un eufemismo) con la consorte, le cui conseguenze erano arrivate fino a via Felice Migliori, a Cosenza… E ci fermiamo qui proprio per non strumentalizzare una vicenda privata della quale tutta la città, come nei migliori casi dei “Segreti di Pulcinella”, è a conoscenza. Perché se riportassimo i documenti, che pure sono andati in giro per anni, ci sarebbe davvero da rabbrividire.

Sono altrettanto noti – e ne abbiamo scritto più volte – gli stretti rapporti di collaborazione di Luberto con i defunti avvocati Peppino Mazzotta e Tommaso Sorrentino, che proprio perché riguardano persone non più in vita, non andremo a rispolverare. Ma non possiamo non ricordare che, dopo la morte di Mazzotta e Sorrentino, Luberto diventa strettissimo amico dell’avvocato Marcello Manna, che all’epoca prese il posto di Sorrentino alla guida della Camera Penale di Cosenza.Manna, oggi sindaco di Rende e insuperabile quaquaraquà della politica cosentina, viene chiamato a difendere il cognato del Luberto, dottore Pietro Filippo, medico dell’Asp di Cosenza, in una torbida vicenda di truffa aggravata ai danni dell’Azienda (assenteismo reiterato e falsa timbratura) e per falsità ideologica ed in atto pubblico commessi nel rilascio del rinnovo di patente alla suocera Rosa Piccolo (madre del Luberto). All’esito del processo, il dottore Filippo è stato condannato in primo grado a Cosenza solo per la truffa ed assolto per il falso ma grazie all’impugnazione del pm è stato condannato per tale reato anche in Appello e poi in Cassazione, Il tutto (e meno male!) ha portato problemi a Filippo ma solo di “immagine”, visto che le Iene gli hanno fatto un mazzo così affibbiandogli il nomignolo di “professionista dei furbetti”. Ma, al di là di questo, ancora – incredibilmente – si trova al suo posto e se non fosse stato per noi di Iacchite’ e per le inchieste de Le Iene addirittura presiederebbe una commissione per dare 49 posti all’Asp a “categorie protette” in un concorso già “truccato” in partenza. Ciò a dimostrazione del potere intimidatorio che ancora esercita il Luberto nei confronti dei colleghi giudicanti di Cosenza.

Ci si chiede: come mai un magistrato impegnato nella lotta alla mafia ed alle illegalità stringe sempre rapporti con i vertici dell’avvocatura penale cosentina e con politici in vista come Mario Occhiuto (addirittura sindaco di Cosenza) ed Ennio Morrone (consigliere regionale)? E che grado di terzietà e imparzialità è in grado di assicurare? Ed il prestigio della magistratura dove sta?

Ma non sono solo questi i problemi perché la “carriera” di Luberto è ancora molto lunga e ci sono tanti fatti da raccontare. Che magari ci fanno capire come mai per alcuni politici i pentiti sono credibili e per altri no… Vero, dottor Gratteri?