Forza Italia, l’amichetto di Robertino attacca il governo e la fazione opposta: «Meloni ci ha delusi, Tajani si dimetta dalle cariche nel partito»

Il deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera Giorgio Mulè è un grande amico dei fratelli Occhiuto della dinastia dei cazzari di Cosenza. Pensate che qualche anno fa, mentre infuriava il gran casino delle accuse del segretario di Mario Occhiuto “interrogato” dal senatore Morra, l’onorevole Mulè – insieme a Jole Santelli – s’era prestato alla farsa della conferenza stampa in Parlamento per difendere il cazzaro della massomafia cosentina. E in quell’occasione Robertino)a Occhiuto aveva dato il meglio di se nella sua versione “isterica” con tanto di ingrossamento della vena giugulare. Un trionfo.

L’amicizia tra Mulé e Robertino/a è stata poi cementata dopo l’elezione del parassita alla Regione Calabria. Ma oggi Mule, a quanto pare, ha preso una direzione completamente opposta a quella dei fratelli più cazzari e parassiti della storia della politica italiana.

Stamattina infatti Mulé è andato all’attacco del (suo) governo. In un’intervista rilasciata a Repubblica Mulè dice che il partito non si sente «sfregiato» o umiliato, ma «ha provocato disappunto l’atteggiamento di Giorgia Meloni. Un disappunto esternato dallo stesso Berluscini, quando ha posto la questione del condizionale e non dell’imperativo da usare nel dialogo con gli alleati». Il deputato è uno di quelli attivi nella caccia alla talpa (auuuu….) degli audio del Cavaliere. Nel colloquio con Emanuele Lauria parla delle divisioni tra la fazione di Licia Ronzulli e quella di Antonio Tajani. «Ci sono state frizioni fra chi si riteneva iscritto a una fazione e chi all’altra. Ma qui non c’è da fare un dibattito, un congresso alla maniera del Pd. Io credo che durante la formazione del governo molti abbiano messo sul tavolo esperienze, storie personali, legittime aspirazioni che sono state trascurate. Ma non è più il tempo di recriminare, né di cercare vendette. Rilanciamo l’azione del partito, invece, ricollocandoci sul territorio».

Il primo obiettivo di Mulè sono adesso le dimissioni di Tajani e di Anna Maria Bernini dalle cariche nel partito: «È una riflessione che devono fare e risolvere. Ci sono interventi sulla spina dorsale del partito ormai indefettibili. Berlusconi è il primo a saperlo». Se non le daranno, è il ragionamento, interverrà il Cavaliere: «Lui indicherà la nuova formula di Forza Italia». E nel giorno della fiducia in Senato sarà lui a parlare a nome del partito: «Farà un discorso alto e nobile, come quelli sempre pronunciati in sedi istituzionali, da non confondere con gli spezzoni rubati altrove. Berlusconi è quello dell’omaggio al cimitero di Nettuno e dell’intervento al Congresso americano».