Diciamocelo francamente: se c’è una parola di questi tempi che dà fastidio a Pier Silvio Berlusconi quella è “Sandokan”. Sì, Sandokan. Al figlio del Cav la serie tv trasmessa dalla Rai e generosamente finanziata da Roberto Occhiuto, gli è rimasta sullo stomaco, l’ha subita non certo perché era “bella” (porcaria si dice a Cusenza) ma perché ha sancito il connesso flop del suo ridicolo Grande Fratello. Eppure, Pier Silvio aveva disinnescato persino i pacchi di De Martino grazie al provvidenziale vecchio zio Gerry Scotti con la sua Ruota della fortuna. No, ‘ sta cosa di Sandokan non solo non gli era andata giù ma aveva anche fatto di tutto per metterei il bastone tra le ruote a Occhiu’ e ai suoi scagnozzi mandandogli uno degli ultimi inviati di Striscia a fargli fare una figuraccia con tutti quei soldi che hanno “regalato” per due minuti di riprese. 560 mila per la molto presunta “opera d’arte” che campeggia ancora (sic!) a Lamezia, 780 mila euro di “anticipo” e… tutto il cucuzzaro “a nero”. Una vergogna infinita per noi calabresi e uno schiaffo in faccia alla concorrenza di Mediaset.
E cosa deve avere pensato Pier Silvio quando ha letto su qualche giornale “amico” che la corrente di Occhiuto adesso la chiamano “Sandokan”? Sembra quasi che glielo facciano apposta per prenderlo in giro. “Sandokan… a chi?” pare che abbia detto in un momento di rabbia. Ma come si fa ad abusare così dell’autoironia di Pier Silvio? Sinceramente non sappiamo a chi appartiene la paternità del nome ma, di sicuro, c’è di mezzo qualcuno che nel furore e nella foga della “tenzone” non s’è ancora accorto di essere diventato un replicante dell’Emilio Fede dei tempi di… Lele Mora. Al confronto persino Minzolini diventa un “gigante” ma tant’è: se sono contenti loro facciano pure! Anzi magari continuassero sulla scia di… Sandokan!
Nome della corrente a parte, Pier Silvio sta lavorando a 360 gradi ed è molto attivo in questi mesi sul fronte del reclutamento di media che possano realizzare un suo vecchio sogno, certamente ispirato dal defunto padre ovvero quello di portare a termine un progetto per la diffusione di Tg regionali e locali, esattamente come fa la Rai. Proprio dieci giorni fa Pier Silvio ha affrontato il tema e ha dichiarato testualmente: “C’è un programma che mi piacerebbe fare, ma che non possiamo fare per via delle regole e sarebbe avere un telegiornale locale. Invidio i Tgr alla Rai e ne riconosco il ruolo di servizio pubblico. Io guardo sempre il Tgr Liguria“.
Queste “regole”, tuttavia, non rappresentano un ostacolo giuridico perché non c’è un divieto esplicito che dica: “un broadcaster commerciale nazionale non può trasmettere Tg regionali”. Tecnicamente Mediaset o altri gruppi potrebbero inserire nel loro palinsesto notiziari con carattere regionale, se lo volessero e se lo ritengono economicamente/strategicamente sostenibile. La loro scelta di non farlo – dicono in molti – è più legata a modelli editoriali e di mercato che a un divieto legale. E infatti Pier Silvio, dopo aver detto che sarebbe “comunque complicato”, aveva aggiunto un significativo “… ma mai dire mai”.
Berlusconi, dunque, riconosce il valore del lavoro svolto dal TgR della Rai, considerato un modello di servizio pubblico radicato sul territorio: “Penso che, nell’offerta di un Paese, avere un’informazione più stretta e specializzata sul territorio sia un grandissimo valore. In questo riconosco il ruolo del TGR”. E siamo quasi a una dichiarazione di intenti, che non può che essere collegata alla politica. Perché impegnarsi in un progetto così “complicato” se non c’è un preciso disegno politico che lo impegna in prima persona? E perché farsi rappresentare da un faccendiere sputtanato, sulla soglia dei 60 anni e per giunta pure indagato per corruzione?
Le parole dell’ad di Mediaset suggeriscono un’attenzione rinnovata verso un tipo di informazione che finora non era rientrato nelle possibilità operative del gruppo, ma che adesso può diventare un obiettivo concreto: avvicinare le reti del Biscione al racconto delle comunità locali, offrendo un servizio capace di rispecchiare più da vicino la realtà dei territori. E questa operazione si fa con i media locali. Ora, giusto per non restare nel vago, ci sono anche riscontri precisi che confermano questo obiettivo. Tutti i più importanti media hanno riportato la notizia dell’acquisizione da parte di Mediaset di Radio e Tele Norba, il media più importante della Puglia, che va ad aggiungersi ai tanti altri media locali del Nord che sono già sotto la “fibbia” di Pier Silvio.
E non mancano i rumors sulla prossima acquisizione di Videolina, il media più grande della Sardegna e di LaC, la “corazzata” dell’informazione calabrese. Pier Silvio ha già fatto le sue avances e ha prospettato la stessa modalità utilizzata con Tele Norba: acquisisce la proprietà ma lascia al timone chi c’era prima. La circostanza ha già messo in fibrillazione i faccendieri della politica calabrese, che giustamente vedono in pericolo il loro strapotere. Cosa si nasconde dietro questa volontà di Pier Silvio di corteggiare LaC, che ormai da tempo e nonostante il suo ultimo patetico direttore responsabile, ha rotto con Occhiuto? Noi al momento non sappiamo dirvelo ma sappiamo per certo che Robertino è molto preoccupato e per noi questo basta, avanza e suverchia… Viva la libertà, ma quella vera, non quella posticcia e mascherata del re dei parassiti con la svastica dietro la schiena.









