Il parassita che (ancora per poco, tranquillo) sta alla Regione Calabria aveva preparato al meglio il congresso di Forza Italia del 23 e del 24 febbraio. In cuor suo, era sicuro che stavolta non avrebbe fatto “cilecca” e che sarebbe riuscito ad essere incoronato numero due di Forza Italia con tanto di ipoteca nientepopodimenoche… sul numero uno. Del resto, l’ambizione sfrenata, la presunzione infinita e l’ego ipertrofico del somaro travestito da presidente di regione ormai è nota a tutti i calabrese e non solo. E così, dopo essersi tolto la ridicola fasciatura alla spalla con la quale credeva di avere intenerito i calabresi dopo che il suo lussuoso Suv Land Rover si era schiantato contro un guardrail dell’autostrada per motivi che… nessuno deve sapere, era pronto al “colpaccio” e aveva ormai dato precise direttive a tutti i suoi “sottoposti”. Ivi compresa la segretaria particolare Veronica Rigoni, rimasta fertita nell’incidente di cui sopra, ma che aveva fatto addirittura tornare al suo fianco per darsi un tono da salvatore di sto…
“… Occhiuto – racconta Federico Capurso su “La Stampa” -, vicino al leader Tajani ma anche alla corrente di Licia Ronzulli, nella riunione serale con i vertici del partito chiede di mettere al voto i vice: sarà “vicario” chi prenderà più voti e non, invece, il più anziano. Offre le sue ragioni: «Il voto sarebbe un segnale di democrazia», dice agli altri…”.
Robertino il parassita stavolta ci crede veramente. I vertici di Forza Italia hanno fatto installare addirittura i seggi elettorali per consentire le votazioni e il Nostro deve essersi detto tra se e e se: “Beh, se li hanno montati vuol dire che ci fanno votare”. E già si immaginava trionfante tra ali di folla e lecchini esultanti.
Roberto il furbacchione, pertanto, aveva chiuso tutti i suoi potenziali elettori – fatti arrivare in pompa magna da tutta la Calabria e non solo – in una stanza e aveva imposto loro di votarlo per raggiungere il risultato sperato.
Ma in quel momento entra nella stanza il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, ex nuotatore che solo a vederlo ti mette paura…, burino romano della peggiore specie, fedelissimo di Tajani, che nei momenti più caldi non riesce a trattenere il suo accento romano: «Aò, Antonio è stato chiaro, nun se deve vota’». Fabio Roscioli, tesoriere del partito e sacerdote delle regole interne, pone un dubbio sulla possibile «interpretazione» delle parole del nuovo segretario in pectore, ma Barelli sbotta: «Macché “interpretazione”, Antonio ha detto che nun se deve vota’. E basta».
I delegati calabresi guardano tutti insieme e nello stesso momento Robertino e aspettano una sua reazione. Beh, non ci crederete ma il parassita è improvvisamente sbiancato e c’è chi giura di avere visto una lacrima… sul suo bel visino di nullafacente stagionato… Il sogno di diventare numero due è miseramente fallito. La sua nomina nei 4 vicesegretari è ridicola: lo sanno tutti che contano quanto il 2 di coppa quando la briscola è a denari e che oltretutto a capo di questi segretari a essere nominata come Vicario è la Deborah Bergamini e non certo lui. Insomma, la banda di Tajani lo ha notevolmente ridimensionato, gli ha dato “un ber calcio nder culo” per dirla con Barelli…
Ma ancora non vi abbiamo rivelato tutto il “piano diabolico” di Robertino nostro svelato ai suoi fedelissimi in Calabria. Prima di partire aveva detto: “Ora mi preparo a sostituire Taiani alla guida del partito, e nel prossimo rimpasto di governo a settembre diventerò ministro (bum!) e lascerò la Regione😄”. Beh, la realtà è stata completamente diversa e il weekend appena passato a Roma è stato la cronaca di uno splendido “cuappu” come si dice a Cosenza, che fra i registi ha visto altri due furbacchioni che ancora ridono dietro a Robertino: Gianluca Gallo e Tonino Gentile. E così, in molti hanno capito che non è il caso di andare dietro ai ciucci che volano. Sempre a futura memoria.