Francesco Raiola: “Perché Dario Brunori è il cantautore più importante della sua generazione”

A cura di Francesco Raiola

“Brunori non è arrivato al Festival di Sanremo come uno sconosciuto, ma ci è andato da vero Big, da artista che riempiva i palazzetti solo grazie alla sua musica. Il Festival, come ha detto il suo manager Matteo Zanobini a Fanpage, serviva soprattutto per dargli “una consacrazione popolare che non può avvenire in nessun altro modo che andando a Sanremo, perché non esiste nessun’altra attività, anche massiva, che tu possa fare che ti dà la risposta del Festival”.

Possiamo dire che Brunori è per molti giovani quello che De Gregori è stato negli anni 70, ovvero un riferimento cantautorale che mescolava impegno a melodie che si fissavano in testa, ma senza mai perdere la voglia di raccontare storie personali e l’amore.Perché Brunori, per citare solo le canzoni in scaletta in quest’ultimo tour, è Guardia 82 ma anche Kurt Cobain, è Al di là dell’amore ma anche L’albero delle noci, è Il pugile (con cui comincia il concerto ed è anche la prima canzone del primo album) e Canzoni contro la Paura, La Verità e Come stai, è l’artista in grado di scrivere una murder ballad come Colpo di pistola e, al contempo, quello capace di inserirsi nel filone di coloro che cantano la Luna (Luna nera), parlare di genitori e figli parlando a genitori e figli.

Ed è vero che Sanremo è stata la consacrazione di una carriera che non aveva bisogno del Festival, ma che nel Festival ha trovato, veramente, la consacrazione. E queste sue capacità di cantautore contemporaneo le si vedono anche nei concerti, che sono esattamente quello che ti aspetti da Brunori, singalong di canzoni molto belle, con quegli arrangiamenti di fiati che live fanno venire i brividi, ma anche la capacità di scherzare con momenti collaudati e altri di piena stand up, assieme al pubblico. Perché Brunori è l’artista della sua generazione che più di tutti è stato in grado di mantenere l’eredità del miglior cantautorato italiano, riuscendo, però, a togliersi dalle spalle la polvere.”