Franco Battiato, Giacomo Mancini e il Capodanno 2000 a Cosenza: “Voglio vederti danzare”

Nel giorno della morte di Franco Battiato, il pensiero di molti cosentini va in queste ore a quell’indimenticabile Capodanno 2000 quando il Maestro cantò e suonò a Cosenza in una nottata che conserviamo sempre tra i ricordi più cari di una Città che è stata grande e che è stata ridotta a brandelli negli ultimi vent’anni, dopo la morte dell’ultimo sindaco di tutti i cosentini. Di seguito, la testimonianza di Giacomo Mancini junior che anni fa ha ricordato quella magica notte. 

CAPODANNO 2000 | VOGLIO VEDERTI DANZARE| Noi a Cosenza il nuovo anno lo festeggiamo in piazza (di Giacomo Mancini)

Dal 2000. Tutto è iniziato quella prima magica notte del nuovo millennio.

Il sindaco che aveva trasformato e fatto crescere la città di Cosenza e che aveva abbattuto anche le barriere fisiche (alzi la mano chi si ricorda del sottopasso di via 24 Maggio, unico accesso tra via Popilia e Corso Mazzini) che tenevano separati i quartieri e le persone, pensò che anche qui da noi si potesse festeggiare tutti insieme come una comunità unita che combatte ogni tipo di differenze tra i suoi cittadini.

Nacque così l’idea della festa in piazza sull’esempio di quanto avveniva nelle città più importanti del globo. Fu chiamato Franco Battiato che ai microfoni della Rai alla domanda del giornalista: “Maestro, perché a Cosenza ?” rispose “perché è la città di Giacomo Mancini”.

E fu magia: fuochi di artificio, brindisi, musica, ballo. Da quella prima volta sono cambiate tante cose. Assai, assai. Al Comune sono passati diversi sindaci. E sul palco sono stati chiamati artisti che hanno suonato generi differenti.

Eppure, sia che il freddo sia stato pungente o sopportabile, sia che sia piovuto o sia stato sereno, ogni anno è sempre stato un successo di partecipazione.

E lo sarà anche questa volta. Perché noi a Cosenza dal 2000 a Capodanno andiamo in piazza.