Franco Califano, Piero Ciampi e “Io nun piango” (di Franco Panno)

di Franco Panno

Uno degli ultimi concerti di Franco Califano a pochi chilometri dalla mia citta’. Una serata settembrina, piacevolmente fresca, forse troppo per il Califfo, che mostra i segni di un malessere fisico evidente. Finito lo spettacolo, Califano si siede in un bar della piazza, visibilmente provato, ma disponibile e contrariamente all’immagine di uomo duro e sicuro di sé, a contatto con la gente da’ di idea di fragilita’ e disponibilta’ fuori dal registro iconografico. Viene investito da domande amene, alcune imbarazzanti, gli lanciano frasi del tipo “Forza Roma”, risponde “Che me frega, io so’ dell’Inter”. Mi avvicino, lo ringrazio per aver dedicato una delle sue canzoni più belle, Io nun piango, a Piero Ciampi, al più artista di tutti. Si ferma, mi guarda incuriosito, devo aver toccato la corda giusta. Mi parla di Piero il Califfo e del suo essere fuori, “Un Maestro, un artista vero”, delle serate in un locale romano e della sensibilita’ del poeta livornese, esasperata dall’ebbrezza alcolica.
Di tutte le volte che gli diceva “Piero Non bere, fa male a te, alla tua carriera”. Piero lo guardava con i suoi occhi dolcissimi e tristi, sorridendo amaro rispondeva: “Franco, ma io sono un poeta…”. Non sta bene Franco, ha fretta di guadagnare il ristorante e poi l’albergo. Qualche settimana dopo ci lascera’ per sempre.
Io nun piango, Franco Califano