Fuscaldo, in carcere Geppino Ramundo: ora dovrà spiegare chi gli ha dato la pistola

I carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione a un decreto di “fermo di indiziato di delitto”, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Paola nei confronti di Geppino Ramundo, un pensionato 66enne abitante alla frazione Cariglio di Fuscaldo, sul cui conto sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine all’omicidio di Giuseppe Ramundo, abitante sempre nella suddetta località.

Quest’ultimo, intorno alle 8,30 di giovedì 25 luglio, era stato trovato riverso e attinto da 3 colpi d’arma da fuoco, sul ciglio di una strada comunale a qualche decina di metri dalla propria abitazione mentre Geppino Ramundo veniva soccorso per una ferita d’arma da fuoco. Le immediate indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola, Pierpaolo Bruni, e dal sostituto procuratore della Repubblica, Teresa Valeria Greco, e svolte dal N.O.R. della Compagnia di Paola e, per quanto riguarda i rilievi tecnici, dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cosenza, hanno permesso, in breve tempo, di raccogliere i gravi indizi di colpevolezza, posti alla base del provvedimento eseguito.

In particolare, è emerso come tra i due, come detto vicini di casa e con fondi confinanti, vi fossero da diversi anni rapporti tesi dovuti, essenzialmente a problematiche di “confini” che avevano portato nel tempo a liti l’ultima delle quali sfociata con il tragico epilogo di ieri mattina. Per commettere l’omicidio, è stata utilizzata una pistola calibro 7,65 detenuta e portata illegalmente per la quale sono in corso accertamenti per stabilirne la provenienza. Geppino Ramundo a seguito della notifica del provvedimento di “fermo” è stato associato presso la Casa Circondariale di Paola.

La contrapposizione e i rancori tra i due erano noti da tempo anche alle forze dell’ordine, viste le numerose denunce presentate a carabinieri e polizia sia dall’uno che dall’altro. A Geppino Ramundo era stato finanche revocato il porto d’armi e fatte consegnare le armi dichiarate, misure adottate dalle forze dell’ordine onde evitare che si arrivasse alla tragedia, ma che non sono servite a nulla, visto quanto è accaduto.