Gallico-Gambarie, quella “strada della vita” sognata da oltre 40 anni

di Isabella Marchiolo

Fonte: Reggio Today (https://www.reggiotoday.it/cronaca/gallico-gambarie-storia-opera-terzo-lotto.html)

È un conto alla rovescia che coinvolge e fa discutere quello verso l’inaugurazione del terzo lotto della strada a scorrimento veloce Gallico-Gambarie, previsto oggi primo dicembre. Una data storica nel pieno senso letterale, poiché la genesi di quest’opera risale a quarant’anni fa e il lunghissimo cantiere è valso alla Ga-Ga la poco onorevole etichetta di incompiuta record tra le infrastrutture del territorio reggino. Oggi se ne parla come di un sogno realizzato, con qualche polemica e l’immancabile scontro politico su responsabilità e meriti attorno a una strada pronta finalmente a diventare strumento di sviluppo e riscatto dall’isolamento.

Un’opera ambiziosa, secondo cantiere stradale calabrese dopo la Statale 106

L’infrastruttura, inizialmente finanziata con 65 milioni di euro, prefigura il secondo cantiere stradale più importante dell’intera Calabria, secondo soltanto al terzo megalotto della Statale 106. Per arrivare al rush finale le risorse a disposizione sono aumentate con 9,5 milioni di fondi europei Fesr-Fse 2014/2020, stanziati da Regione Calabria e Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Lunga complessivamente 5.920 chilometri, di cui 2.306 su 9 viadotti per superare le criticità del terreno, l’infrastruttura parte dalla dorsale A2 allo svincolo di Gallico fino a Gambarie, nell’entroterra tirrenico della Vallata del Gallico immerso nel cuore del parco nazionale dell’Aspromonte. La strada collega i centri attraversati dalla Statale 7, interessando i comuni di Reggio (frazione Podargoni), Calanna, Laganadi, Santo Stefano e Sant’Alessio.

Il primo tratto, di 1,8 chilometri, è stato aperto al traffico nel 2005, il secondo ha aggiunto nel 2009 ulteriori 3,6 chilometri (contrada Prioli-Mulini di Calanna), entrambi costruiti da Anas. Il terzo lotto aggiudicato da Avr Group, che si potrà percorrere dal 2 dicembre (e tecnicamente neanche l’ultimo), è finora il più lungo, 4,8 chilometri, oltre che particolarmente complesso per il dislivello a 1300 metri di altezza e una pendenza progressivamente maggiore. Il percorso sarà completato con il tratto finale di poche centinaia metri di collegamento fino Gambarie, pianeggiate e con i due ultimi viadotti: inaugurazione programmata nel 2025.

L’intero tracciato della strada si snoda lungo il percorso del Torrente Gallico e come si legge nel progetto dell’appaltatore ha richiesto diverse opere di difesa spondale, necessarie per un habitat che comprende zone di terreno a carattere alluvionale e un’incidenza di rilevanti eventi idrogeologici. Sono stati realizati muri di sostegno, prefabbricati in cemento armato e terre armate, paratie tirantate su pali e micropali, consolidamenti e barriere paramassi per la protezione del versante montuoso.

I nove viadotti sono stati costruiti con tecnica mista acciaio-cemento armato con impalcato in acciaio Corten e soletta in calcestruzzo gettata in opera. Innovativa la tecnica per la protezione delle strutture dai terremoti con avanguardistici isolatori anti-sismici cosiddetti a pendolo, gli stessi utilizzati nella ricostruzione dell’Aquila.

Proprio gli eventi alluvionali dell’inverno 2018 avevano imposto uno stop al cantiere, ripreso a pieno ritmo nel primo semestre del 2019 per poi fermarsi nuovamente durante il Covid. Finite le restrizioni della pandemia, l’aggiornamento del cronoprogramma ha fatto registrare altre due consegne mancate, prima nell’estate 2022 e poi a metà del 2023. Mesi in cui l’opera è stata presentata come modello, studiata dagli studenti della facoltà di ingegneria dell’università Mediterranea, dagli allievi dell’istituto professionale per geometri e dai professionisti degli ordini.

Il tracciato del terzo lotto

Una storia lunga più di quarant’anni per far nascere la “strada della vita”

Quando si parlò per la prima volta di Gallico-Gambarie il progetto era così ambizioso da apparire irreale: una strada veloce che avrebbe consentito di raggiungere Gambarie in 15 minuti rispetto agli attuali circa 40. La chiamarono “la strada della vita” perché la sua destinazione non era soltanto la località provinciale di montagna turistica per eccellenza e amatissima dei reggini, ma anche la speranza di tanti centri tagliati fuori da ogni servizio e minacciati dallo spopolamento.

Il sogno della Ga-Ga inizia nel 1981 con la posa della prima pietra da parte della giunta regionale del governatore Bruno Dominijanni: non c’era ancora l’euro e quell’opera era stata finanziata dallo stato con dieci miliardi di vecchie lire del più sostanzioso stanziamento di Anas per la viabilità calabrese. Il cantiere è frenato dalle solite vicissitudini calabresi con fallimenti di ditte e sospensioni dei lavori ma nel 2005 si riesce a concludere il primo lotto grazie anche alla mobilitazione di un comitato di cittadini che porta la vicenda anche sotto i riflettori dei media nazionali.

Il secondo lotto è al centro di una vicenda surreale per una sovrapposizione tra Anas e Comune di Reggio, che rivendicavano la stessa porzione di territorio per la realizzazione di infrastrutture. Nel contezioso, il progetto della Ga-Ga è stato aggiornato richiedendo una nuova gara d’appalto. Questo capitolo della storia e l’obiettivo dell’apertura del secondo lotto hanno visto scendere in campo, a sostenere i cittadini in protesta, i sindaci della vallata del Gallico, l’ex presidente della provincia reggina Fuda e il senatore Renato Meduri.

Nel 2010 entra in scena il neo governatore Giuseppe Scopelliti. Come tutti i reggini è affettivamente legato a Gambarie tanto da mettere 12 milioni di fondi Pisl per le nuove piste sciistiche. Soprattutto Scopelliti riapre il fascicolo della Ga-Ga ottenendo i 65 milioni del terzo lotto. Soggetto appaltatore sarà poi la Provincia di Reggio Calabria con il presidente Raffa, con il quale partono i lavori.

Oggi l’eredità è stata raccolta dalla Città metropolitana, nel frattempo diventata di centrosinistra. E con Falcomatà anche la Gallico-Gambarie entra nello scontro politico tra le due coalizioni.

Un sopralluogo di Falcomatà

Lo scontro politico attorno a meriti e ritardi dell’opera avviata dal centrodestra  

Di chi è il merito del sospirato taglio del nastro? Di chi sono le colpe di una gestazione così travagliata e che sembrava infinita? La memoria storica attesta in modo inconstabile la paternità del progetto da parte del centrodestra, che nel corso di oltre quarant’anni sarà sempre promotore delle principali iniziative per sbloccare il lentissimo cantiere e reperire i finanziamenti: ultimo esempio è l’aumento di 10 milioni di euro per l’adeguamento al nuovo prezziario delle opere del terzo lotto, deliberato nel 2023 dall’attuale giunta regionale di Roberto Occhiuto e poi approvato dal consiglio metropolitano di Reggio Calabria (ente attuatore dell’infrastruttura) con una variazione di bilancio.

Tanto è bastato perché lo scorso gennaio Falcomatà esternasse soddisfazione e orgoglio in un sopralluogo sul posto, suscitando una reazione indignata nei sindaci di Calanna, Laganadi, Sant’Alessio e Santo Stefano in Aspromonte. Gli amministratori accusarono il collega di fare “propaganda” alle spalle di territori mai informati dell’andamento dei lavori con il culmine di quella visita sul cantiere a cui non erano stati invitati.

Adesso la polemica si è riaccesa con l’invito alla grande festa di apertura al traffico del terzo lotto, domenica 2 dicembre. Annunciata in contemporanea sui social dal deputato (e coordinatore regionale di Forza Italia) Francesco Cannizzaro, ai cui buoni uffici si deve l’ultimo finanziamento della Ga-Ga, e Giuseppe Falcomatà. Una sorta di gara di popolarità e coccarde con Cannizzaro che rivendica l’impegno del centrodestra per la realizzazione dell’opera e il sindaco reggino che cita la variante al progetto per allungare la strada da Schindilifà a Podargoni.

Il sopralluogo di Francesco Cannizzaro con l'ing Catalfamo

Fin dove arriva il terzo lotto? Le polemiche social e il tratto ancora mancante

“Chiamatela Gallico-Podargoni”. Così ironizzano in questi giorni sui social molti reggini commentando con toni polemici quello che è già stato precisato da qualche sindaco della vallata. Ovvero che la Ga-Ga non è ancora tale perché allo stesso terzo lotto prossimo all’inaugurazione manca il tratto finale per il bivio di Podargoni. Si tratta di circa 600 metri caratterizzati da altri due viadotti, che si stima possano essere aperti al transito nel 2025. Tecnicamente un vero e proprio quarto lotto che congiungerà in tutta la sua lunghezza il territorio reggino dalla costa alla montagna.