Gazzetta dello Sport: “Gol e assist da 10: perché Berardi è il top in Europa”

di Luigi Garlando

Fonte: Gazzetta dello Sport

Domenico Berardi è una storia strana. E’ un fuoriclasse dormiente, un fiume carsico che scorre sotterraneo, ma è un fiume d’oro. Ha superato le 250 presenze in A (261) e sta arrivando ai 100 gol (96), ma, a 28 anni, lo guardano ancora come un ragazzo in formazione. Avete mai sentito usare per lui la parola «predestinato», che si è usata (e abusata) per Zaniolo, Chiesa e Vlahovic? Mai. Ma a lui va bene così. Non invidia lo spazio che Zaniolo guadagna sui rotocalchi colorati e forse neppure il grande salto riuscito a Chiesa e Vlahovic. Avrebbe potuto approdare anche lui a un top-club, probabilmente ci andrà, ma per costituzione di carattere, respira bene in provincia, ancora meglio se riesce a tessere con l’allenatore un rapporto di fiducia che va oltre la tattica (Di Francesco, De Zerbi).

LUI E LE GRANDI Una specie di Gigi Riva sull’isola delle piastrelle

Di sicuro Mimmo non mostrerà ai dirigenti del Sassuolo la frenesia di fuga dell’ultimo Vlahovic fiorentino. A suo tempo disse no alla Juve. C’è qualcosa di vagamente Gigi Riva in questo ostinato e decennale soggiorno sull’isola emiliana delle piastrelle: c’è qualcosa di romantico nella lotta da Rombo di Tuono ai grandi club che lo desiderano. In questo campionato ha sconfitto in casa loro Juve, Milan e Inter. Con Raspadori e Scamacca ha composto un inquietante Triangolo delle Bermude, i grandi che lo attraversano si inabissano. Mimmo colpisce come Sandokan poi si ritira nella foresta con i suoi tigrotti verdeneri. Finora, tutto sommato, è riuscito a nascondersi e a evitare le grandi attenzioni.

Ma domenica ha commesso un’imprudenza: l’assist per il gol di Raspadori. Con quel passaggio è arrivato in doppia cifra, come nei gol: 10 gol e10 assist. Quanti come lui nei 5 campionati top? Nessuno. Benzema, Salah e Mbappé hanno segnato di più (18, 17, 12), ma sono fermi a 9assist. Che cos’è il calcio? Creare e segnare. Oggi in Europa pochi sanno fare calcio come Domenico Berardi. Il fiume d’oro ha bucato la roccia ed è venuto alla luce. Il fuoriclasse dormiente si è svegliato. Non può più nascondersi. Unico con 10 assist e 10 gol in Europa: fari su di lui. Ha già eguagliato il suo record di assist, ora ha a disposizione 12 giornate per migliorare quello dei gol (17) e proseguire la progressione delle ultime stagioni: 4, 8, 14, 17 reti. Il talento di Berardi è una pasta che lievita. Questa può essere la stagione della definitiva consacrazione. Perché, come riassume bene l’a.d. Giovanni Carnevali: «Domenico ha raggiunto la piena maturazione. Da ragazzo è diventato uomo, anche grazie al figlio e da giocatore campione. Lo abbiamo visto crescere. Gli vogliamo bene». Lo lasceranno partire solo in caso di offerta congrua. Una recente ha indispettito club e giocatore. Per ragioni d’età, c’è più affanno attorno a Scamacca e Raspadori. Pochi hanno capito cosa può dare un uomo squadra come Berardi. Lo ha spiegato a San Siro.

LUI E L’AZZURRO Può spingere l’Italia verso il Mondiale

Lo spiegano anche i numeri di campionato. E’ primo per assist, terzo per occasioni create e per tiri in porta. Dominante. Mimmo ha ritardato l’ingresso nel gioco codificato dei vivai e ha coltivato più di altri l’istinto selvaggio del calcio da strada che Johan Cruijff raccomandava a i ragazzi e che resta il suo superpotere nascosto. La sua facilità di corsa palla al piede e di dribbling ha qualcosa di olandese. Persi Chiesa e Spinazzola, fermo Bernardeschi, involuto Insigne, discontinuo Zaniolo, Roberto Mancini conta molto sull’esterno del Sassuolo per gli spareggi di marzo. E’ il più in forma. Lui e magari i tigrotti Raspadori e Scamacca. Il Triangolo delle Bermude in azzurro, nella speranza che Macedonia e Portogallo s’inabissino. Berardi, che procurò il primo gol del nostro trionfale Europeo (autorete del turco Demiral), può darci l’ultima spinta verso il Mondiale.