Gelo meridionale (di Gioacchino Criaco)

dalla pagina FB di Gioacchino Criaco

Gelo meridionale

Il freddo dentro casa ha una radice culturale. Come ogni dimensione meridionale la questione è sempre più profonda addirittura diversa da come sembri. E al Sud nulla è come sembra, altrimenti non sarebbe Sud.

Ci può essere stupidità, ignoranza, sciatteria, arroganza, quasi mai banalità, a volte pure superstizione. Ma ogni tema è un tema complesso, una tela Penelopea.
Uno dei motivi per cui la Questione Meridionale resta irrisolta è l’approccio superficiale, l’utilizzo di categorie applicabili ad altre latitudini e l’utilizzo di intelletti foresti, a volte pigri. E l’utilizzo di intelletti locali scelti quasi sempre fra gli addomesticati.
Uno degli esempi calzanti è la riconsiderazione del non finito calabrese: banalizzato e non compreso soprattutto dai cultori locali, dalle parodie artistiche sudicie, dalle minorazioni culturali indotte.

Quello meridionale è un popolo d’avvento, in un’attesa perenne trasposta nel Cristo cattolico c’è, e da tempo immemore, il culto dell’incompleto riguardo a un sogno da realizzare che relativamente al non finito è la riunione della famiglia, il matriarcato finito.
Le case gelate stanno nel solco di una concezione culturale naturalista: il rifugio è, al massimo, l’antro.

Qualcosa che abbia il minimo di protezione, altrimenti sarebbe contrapposizione alla Natura che non è elemento estraneo, nemico, è Madre, Mana Ghe.
Di una madre non bisogna aver paura, solo avere un riparo per quando si arrabbia, che è condizione eccezionale, temporanea: Mana che si trasforma in Lamia.

Al Sud le case sono gelate. Tutte. Piccole, grandi, ricche, povere, in paese, in città, in montagna, al mare. E tutte con almeno un particolare da rifinire.
Non è che non ci sia il rimedio: si potrebbero riscaldare, come si fa, bene, in luoghi freddissimi. E alcuni avrebbero le sostanze per definire i dettagli minimi.
Ma il freddo al Sud, concettualmente, non esiste. Allora ci siamo condannati a patirlo il freddo, masochisticamente.
Se pure fuori ci stanno venti gradi, dentro casa, a dicembre, la temperatura è stabile intorno allo zero. Perché da qualche parte bisogna pur dare soddisfazione agli equinozi. Al sud lo si fa dentro casa.
I residenti fanno un’alzata di spalle “ma quando mai”. I rientranti battono i denti che “noi al nord”.
Il freddo endogeno è uno di quegli elementi che identifica il popolo del sud senza distinzioni sociali. Qualunque futuro arriverà le nostre case saranno per sempre gelate, per sempre non finite.

foto di Angelo Maggio