di Bruno Palermo
Fonte: Tuttosport
CROTONE. Stadio San Paolo di Napoli, 20 maggio 2018: Cordaz, quasi in lacrime, si accovaccia nella sua area di rigore e guarda da lontano i tifosi del Crotone. La sua squadra, quella di cui è capitano sta per abbandonare il sogno Serie A.
Crotone, piazza Pitagora, sono quasi le due di notte, il pullman con la squadra del Crotone fa il suo ingresso tra due ali di tifosi in delirio. Un boato annuncia Alex Cordaz che sale sul tetto del pullman e arringa la folla come impazzito. Esulta fino a restare senza fiato, bacia il suo tatuaggio sull’avambraccio destro che rappresenta le antiche lettere greche della gloriosa Kroton (segno del suo amore eterno a questa città). La folla intona “Un capitano, c’è solo un capitano”. Dal San Paolo a piazza Pitagora sono passati 796 giorni e le lacrime di dolore sono diventate lacrime di gioia. “Abbiamo costruito una cosa veramente molto bella e siamo orgogliosi di questo. – dice Alex Cordaz, il capitano di mille battaglie all’indomani della festa promozione –. Sono orgoglioso di avere una squadra così, una società così, un allenatore così: è stato tutto perfetto”.
Una promozione in A, la prima da capitano del Crotone, che è stata anche la vittoria del gruppo: “Non si può prescindere dal gruppo perché è uno sport di squadra, a maggior ragione qui a Crotone dove le nostre fortune le abbiamo costruite proprio sul senso di gruppo. Penso che sia davvero il valore aggiunto, quello che ci ha fatto raggiungere l’obiettivo”.
Riavvolgi il nastro e raccontiamo questa stagione: “Dovevamo essere protagonisti e lo siamo stati. Non è facile soprattutto in questa Serie B nella quale ci sono squadre che investono, spendono, come ha fatto il Crotone. Solo che spendere e investire non vuol dire per forza riuscire”.
La dedica non può che essere per Sergio Mascheroni, il preparatore atletico deceduto tragicamente il 2 ottobre scorso: “Sergio è con noi ogni giorno, è una parte di noi e sarà sempre così”. Cordaz, insieme a Barberis che lascerà Crotone per il Monza, sono gli unici due “superstiti” della prima promozione in Serie A del Crotone di Ivan Juric, ma soprattutto di Gianni Vrenna.
Presidente dalla fine del 2016 con all’attivo due promozioni in A e una salvezza epica alla prima stagione in massima divisione. Ma la storia del Crotone di Gianni Vrenna è quella di una società vincente sin dal 1992 quando insieme al fratello Raffaele decidono di scommettere su una società che all’epoca militava in seconda categoria e non era nemmeno la prima squadra della città. Gianni Vrenna non nasconde la sua emozione, essendo il primo tifoso di questa squadra: “Quando siamo usciti dall’aeroporto siamo stati letteralmente travolti dall’entusiasmo e dalla felicità dei tifosi e di tutta la città. Motivo di grande soddisfazione e orgoglio per tutta la società”. Il Crotone è ormai una realtà del calcio italiano riconosciuta a tutti i livelli: “Credo che questo debba riempirci di orgoglio ed è la dimostrazione che i risultati non arrivano per caso, soprattutto nel momento in cui le programmi e ci riesci. Questo fa capire quanto a Crotone si lavori bene, in tranquillità e con competenza”.
Dopo l’immancabile dedica a Sergio Mascheroni “fa parte di noi, lo sarà sempre”, il presidente Vrenna si proietta già alla prossima stagione di Serie A: “Per fare un campionato di Serie A quanto meno una struttura di base la devi avere, per cui i pezzi pregiati cercheremo di tenerli. Io in genere non faccio promesse, ma quello che posso assicurare è che daremo tutti il massimo per allestire una squadra che possa ben figurare nella massima categoria”. Poi il numero uno dei calabresi fuga ogni dubbio sul prossimo allenatore dei rossoblu: “Partiremo con mister Stroppa. Non ci sono segreti e sarà così”.