Giletti e Davi: due lecchini che non rispettano la Calabria

Abbiamo già analizzato e condannato più volte la faccenda dell’elicottero atterrato nella piazza di Nicotera in occasione di un matrimonio.

C’è di tutto in questa storia, come ha evidenziato anche Riccardo Barberi sul suo profilo FB: “… elementi di maleducazione, di basso rispetto delle regole, di esibizionismo provinciale becero, di mentalità paramafiosa. Tutto vero.

Ma la trasmissione L’Arena in onda su Rai1 nel corso del pomeriggio, è stata un insulto all’intelligenza dei calabresi ed è stata condotta con bassissimo rispetto per la nostra cultura, tra l’altro con un linguaggio che dimostra una conoscenza infima del fenomeno ‘ndranghetista in Calabria. Inaccettabile da tutti i punti di vista”.

Secondo il conduttore Massimo Giletti e il mafiologo Klaus Davi noi calabresi siamo invertebrati e mafiosi fino al collo e non gli sembrava vero di urlarlo dalle telecamere della Rai.

Non è la prima volta che scriviamo quello che pensiamo di Davi, espressione vivente del degrado della nostra società: un parassita che si guadagna da vivere leccando il culo spudoratamente ai potenti ammantandosi di una presunta moralità.

Davi è venuto qui in Calabria convinto che la ‘ndrangheta lo prendesse in considerazione: non l’hanno cagato neanche di striscio. E lui ha provato in tutti i modi a farsi picchiare e a farsi mettere sotto scorta: niente da fare. E’ appena il caso di ricordare che, quando viene in Calabria, lo finanzia una televisione, LaC, che è al soldo dei mafiosi del PD calabrese e sostiene la giunta di quel beone di Oliverio supportato da Madame Fifì (sua grande ammiratrice e sostenitrice). Perché non la cerca nella “sua” televisione la vera mafia che opprime i calabresi? Paura, eh?

E che dire di Giletti, altro grande leccaculo, che cerca la mafia in Calabria ma dimentica che su quella stessa rete dove lui fa il buffone con i calabresi, un pappone come Bruno Vespa intervista i Casamonica e il figlio di Totò Riina. Alla faccia della coerenza.

Per non parlare della deputata Nunzia De Girolamo, quella che si prendeva i soldi di Berlusconi per votare come voleva lui, beccata con le mani nella marmellata a praticare la corruzione, eppure ancora nei salotti televisivi a simboleggiare quanto è ridicolo il Parlamento italiano.

Un teatrino così squallido, con il contorno delle interviste “pilotate” a Nicotera, che descrive bene la deriva del servizio pubblico della Rai e la sua completa inutilità.

Continuate così: pensate di farci del male ma il male ve lo fate da soli esponendovi così alla derisione generale.