Gioacchino Criaco: “San Luca lotta per tutti. E non è (solo) religione”

San Luca lotta per tutti
E non è (solo) religione

di Gioacchino Criaco

Polsi è il legame carnale e spirituale che ci avvinghia alla terra Madre. Fino a quando avremo un briciolo d’amore nel cuore per il mondo a cui apparteniamo non lo abbandoneremo, non lo svenderemo.
Non è, ovviamente, solo un fatto di religione, chi lo banalizza, lo sminuisce, lo ignora, è il nemico o sta al suo servizio. Nemica è questa pseudo politica muta, questa parvenza intellettuale in cerca di palchi.
A noi di Africo dissero che ci avrebbero portato a fare un giro sulla spiaggia: ci fecero girare per campi profughi per dieci anni prima di piantarci come pali in una palude in faccia allo Jonio. Allora s’inventarono una alluvione. Per la Madre di Polsi è una frana, c’è da scommetterci che pure per lei il giro al mare, nei piani, sarà lunghissimo, come lo fu per noi. Magari senza ritorno. Si può invitare la gente a restare solo se li si indirizza alla lotta, solo se ci si affianca nella lotta.

Il meccanismo principale dello spopolamento è il sentimento del disamore: chi ama non svende, chi ama non abbandona, chi ama lotta.
Amare Polsi prescinde dall’approccio religioso.
Rompere il rapporto che una parte di noi mantiene ancora con la Terra accompagna alla morte più di qualunque Piano di Spopolamento governativo. E’ più pericoloso delle parole di un ministro d’accompagno allo spegnimento delle luci dei paesi.
Polsi oggi è questo, non una questione fra parroci e parrocchiani. Una lotta fra il continuare a stare e il mollare. Tra il vivere o il morire.
Stare con San Luca è stare con noi. Guardare a quello che si muove intorno alla questione serve a capire chi sta con la terra e chi contro.