Dopo oltre 20 anni di vessazioni e violenze, una donna ha trovato il coraggio di denunciare tutto alla Polizia di Stato, permettendo l’avvio delle indagini. Questa mattina sono state così eseguite misure cautelari coercitive emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria ed eseguite dalla Polizia, a carico di 2 persone residenti nella Piana di Gioia Tauro ritenuti responsabili, l’uno, del delitto di riduzione in schiavitù e, l’altro, del delitto di atti persecutori aggravati. All’alba di oggi, agenti della Polizia di Stato del Commissariato di pubblica sicurezza di Gioia Tauro hanno arrestato i due. La donna, con la sua coraggiosa denuncia, ha trovato la forza reagire ai suoi due aguzzini che, per oltre un ventennio, l’hanno tormentata con violenze morali, fisiche e sessuali d’ogni genere.
Violenze morali, fisiche e sessuali per oltre 20 anni
Per oltre venti anni hanno tormentato una 40enne con vessazioni e violenze morali, fisiche e sessuali di ogni genere. Ora la donna ha trovato il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, due uomini del posto, che sono stati arrestati dalla polizia. In manette sono finiti un 70enne di di Cittanova, R.R., e un 55enne di Polistena, F.R.D.: il primo è in carcere con l’accusa di riduzione in schiavitù, l’altro ai domiciliari per atti persecutori (stalking) in concorso con il 70enne. La vittima è una donna di 40 anni, residente nella Piana di Gioia Tauro. A gennaio ha trovato la forza reagire ai suoi due aguzzini e li ha denunciati al Commissariato di Gioia Tauro. Le indagini (svolte prima dalla Procura di Palmi, poi dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria) sono partite proprio dalla denuncia della donna. Nel corso di un lungo e sofferto racconto – confermato poi anche dai riscontri ottenuti nello sviluppo delle indagini – la 40enne ha raccontato una sequenza di fatti che dimostravano come, da oltre un ventennio, fosse caduta nelle mani di R.R.. Questi, approfittando della sua fragile condizione psicologica, era riuscito a condizionarle e a gestirle l’intera vita, non solo con violenze fisiche, ma creando in particolare una vera e propria situazione di soggezione psichica che ha annullato in maniera totale la volontà della donna, obbligandola a subire rapporti sessuali, violenze fisiche e vessazioni di ogni genere. Per questo al 70enne è stato contestato il reato di riduzione in schiavitù.
La vicenda ha avuto inizio nel 1998, quando la vittima, allora ventenne, ha conosciuto R.R. in un centro per anziani della Piana di Gioia Tauro. L’uomo, professandosi “sociologo”, si era offerto di aiutarla a curare una forma di anoressia di cui era affetta. Da quel momento R.R. è riuscito a conquistare la fiducia dell’intera famiglia della donna che, di lì a poco, sarebbe divenuta la sua vittima, dimostrandosi generoso e protettivo anche verso tutti gli altri componenti della famiglia della vittima, accreditandosi come massone, con numerosi agganci tra le forze dell’ordine, la politica, la magistratura e il clero.
L’uomo pertanto, negli anni successivi, è riuscito ad illudere, soggiogare e coartare la vittima – fisicamente e psicologicamente – fino ad annullarne la forza di volontà, in quanto intimorita dalle possibili ripercussioni dove non avesse assecondato le richieste del suo “aguzzino-protettore”. Richieste che, ben presto, sono degenerate in gravi violenze fisiche ed innumerevoli pretese di prestazioni di natura sessuale, sovente ottenute in maniera violenta. Le indagini hanno anche accertato che R.R. – nel quadro dei vent’anni di soprusi e violenze subìte – ha costretto la sua vittima ad una cruenta interruzione di gravidanza, attraverso un’operazione clandestina condotta senza alcuna precauzione. A partire dall’anno 2017, inoltre, i due arrestati avevano seguito con la loro autovettura reiteratamente la 40enne, minacciandola anche di morte, portandosi fin sotto la sua abitazione, controllando ogni suo spostamento e causandole un perdurante e grave stato di ansia e di paura ed un fondato timore per la propria incolumità. Di qui il reato di stalking addebitato a F.R.D., in concorso con R.R.