Giornalisti alla Regione, la solita selezione-farsa

Alla faccia dei calabresi.  Alla faccia nostra.  Alla faccia di questo ridicolo sindacato che si permette finanche di citare Alessandro Bozzo.  E di Morra che presenta le interrogazioni e non le denunce.

Alla faccia dei veri giornalisti sfruttati, querelati,  imbavagliati.  Alla faccia  di chi fa cause da anni per avere riconosciuti i suoi diritti. Alla faccia degli uffici stampa della  Pubblica amministrazione senza contratto.
Mario  Oliverio ci fa a tutti una pernacchia e assume due soliti noti all’ufficio stampa della  Regione. Giovanni Merlo e Patrizia Greto hanno ripreso possesso, dopo un anno e mezzo di “buco”, di quelle scrivanie che erano stati costretti a mollare dopo la fine della scorsa legislatura. La loro “consulenza” si protrarrà fino al settembre 2017, eventualmente rinnovabile. La retribuzione prevista è di 56mila euro all’anno.

Insomma, la solita selezione-farsa.

Uno, Giovanni  Merlo,  è addirittura il marito di Giulia Veltri,  giornalista del Quotidiano e membro della segreteria regionale del PD.  Filippo Veltri, suo suocero, mise a disposizione di Scopelliti l’Ansa pur di non farlo licenziare.

L’altra  è  Patrizia Greto,  moglie di  Pietro  Melia, giornalista in pensione della RAI,  assunta da Chiaravalloti  e confermata da Loiero e Scopelliti.

Tutta questa gente  è stata considerata illegittima dal Mef  e la Regione ha chiesto loro  i soldi indietro!  Una vergogna.
Insomma,  rispetto al  passato,  sono usciti fuori solo gli scopellitiani  puri.

Mesoraca  è ancora lì,  come  i cinque dell’ufficio stampa regionale del Consiglio.  E le procure di  Reggio Calabria e Catanzaro che fanno?