Giornata vittime delle mafie, Gratteri: “Il governo non ci aiuta, provvedimenti Cartabia devastanti”

Sconfiggere le mafie è possibile”: lo ripete il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della criminalità organizzata, che l’associazione Libera organizza dal 1996 il primo giorno di primavera e che da cinque anni è diventato un appuntamento istituzionale. Al corteo organizzato a Napoli – concluso a piazza del Plebiscito, dove sono stati letti i 1.055 nomi delle vittime – hanno partecipato tra gli altri il presidente della Camera Roberto Fico, il leader del M5s Giuseppe Conte e il sindaco della città Gaetano Manfredi. In tutta Italia, oggi, sono scesi in piazza oltre 100mila studenti e giovani.

Ma se Mattarella è fiducioso, è in questa stessa giornata che si registrano anche le voci dei magistrati in prima fila contro le infiltrazioni mafiose e non sono certo in sintonia con Mattarella, anzi… Per esempio il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri: “Purtroppo devo dire che questo governo non ci sta aiutando nel contrasto alle mafie, con scelte apparentemente che c’entrano poco con la mafia. Ci sta aiutando pochissimo. Si stanno facendo provvedimenti pensati e diretti dalla ministra Cartabia, che sono devastanti per i prossimi decenni”. E aggiunge: “Temo che con questo governo sul piano della sicurezza e sul piano del contrasto alle mafie non si andrà da nessuna parte, se non si arriverà alle prossime elezioni sperando in un governo che abbia una visione sulla sicurezza ma soprattutto sulla trasformazione delle mafie, che non sparano e che non uccidono ma che comprano tutto ciò che è in vendita e che comprano soprattutto le persone”.

Un’impressione confermata dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo: “La nostra storia è fatta di alti e bassi. In questo momento sembra che la lotta contro le mafie non sia più una priorità, e non sia più assistita da un’attenzione e da una volontà, anche politica, importante”. “C’è chi approfittando della grave crisi della magistratura, portata dallo scandalo Palamara ne approfitta per colpire i magistrati e la magistratura in generale”, ha aggiunto Creazzo secondo il quale “c’è chi sta cercando di trarre dalle difficoltà, che indubbiamente ci sono state, risultati che vanno al ribasso per ridimensionare la libertà, l’autonomia e l’indipendenza della magistratura che sono un valore che è posto nell’interesse non dei giudici, ma dei cittadini”. “Un giudice libero, autonomo e indipendente – sottolinea – garantisce il cittadino debole di fronte ai poteri forti”.