Giovani e mobilità a Crotone: un viaggio tra disagi, periferie e sicurezza
Se da un lato Tufolo gode di una copertura relativamente buona, con corse regolari nei giorni feriali (ma comunque non soddisfacente), le altre zone — Farina, Margherita, Poggio Pudano e soprattutto Papanice — mostrano limiti evidenti. Le corse sono poche, spesso assenti nei festivi e nelle ore serali, e le coincidenze con altre linee sono rare o inesistenti. Questo significa che muoversi in autonomia diventa un privilegio, non un diritto.
Giovani isolati, opportunità negate
Per i giovani che vivono in queste aree, la mancanza di trasporto pubblico serale rappresenta un ostacolo concreto alla partecipazione sociale, culturale e lavorativa. Raggiungere il centro per un evento, un corso, un turno di lavoro o semplicemente per incontrare amici diventa complicato, se non impossibile. Il rischio è quello di un isolamento forzato, che colpisce soprattutto chi non ha accesso a un mezzo privato.
Sicurezza: un altro nodo irrisolto
Alla scarsità di corse si aggiunge un altro problema: la sicurezza. Fermate poco illuminate, assenza di videosorveglianza, lunghi tratti da percorrere a piedi in zone periferiche. In questo contesto, la percezione del rischio aumenta, in particolare per le ragazze e per chi rientra tardi. Il trasporto pubblico, che dovrebbe essere uno strumento di inclusione, rischia così di diventare un fattore di esclusione.
Giovani e auto privata: una scelta obbligata, non libera
La carenza di corse serali e festive, unita alla mancanza di abbonamenti flessibili e accessibili, spinge molti giovani a ricorrere all’auto privata come unica alternativa per muoversi. Ma questa scelta, spesso forzata, comporta rischi significativi:
• Guida in orari critici (notte, rientro da eventi, turni serali)
• Utilizzo del mezzo senza piena maturità o esperienza
• Condivisione di veicoli tra coetanei, con potenziali situazioni di sovraccarico o guida non autorizzata
In una città come Crotone, dove le distanze tra centro e periferia sono contenute ma non sempre ben servite, l’auto diventa strumento di libertà apparente, ma anche fonte di pericolo reale. La mancanza di alternative pubbliche sicure e accessibili espone i giovani a rischi evitabili, sia in termini di incidenti stradali che di responsabilità legale e civile.
Abbonamenti: agevolazioni che non bastano
Dal 1° agosto 2025, le tariffe urbane applicate da Autolinee Romano sono aumentate. Tra le proposte di abbonamento evidenziamo che anche questa volta non esiste una strategia rivolta ad agevolare la fascia giovanile. Difatti esiste solo abbonamento scolastico, pensato per gli studenti delle scuole italiane, ma lo stesso è valido solo nei giorni scolastici. Sebbene sia economicamente vantaggioso rispetto al mensile ordinario, non copre le attività extrascolastiche, serali o estive, lasciando scoperta una fascia importante della vita giovanile.
Inoltre, non esistono formule agevolate per universitari, giovani lavoratori o volontari, che spesso si muovono in orari non convenzionali e con frequenza variabile. Questo significa che la popolazione giovanile non è messa nelle condizioni di muoversi in sicurezza e autonomia, né economicamente né strutturalmente.
1. Estensione degli orari serali
Prolungare il servizio urbano almeno fino alle 23:00, soprattutto nelle zone a maggiore densità abitativa, permetterebbe ai giovani di partecipare ad attività culturali, formative e lavorative senza dipendere da mezzi privati o da familiari.
2. Linee notturne leggere nei weekend
L’introduzione di linee “light” serali nei fine settimana, anche con minibus, garantirebbe un servizio essenziale a costi contenuti, migliorando la sicurezza e riducendo l’uso improprio di veicoli privati.
3. Fermate sicure e presidiate
Investire nella riqualificazione delle fermate: illuminazione adeguata, pensiline protette, presenza di videocamere e segnaletica chiara. Le fermate devono diventare luoghi sicuri, non punti ciechi del territorio.
4. Coinvolgimento diretto dei giovani
Attraverso questionari, assemblee scolastiche o focus group, i giovani possono contribuire a ripensare il servizio secondo le loro reali esigenze. Una mobilità partecipata è anche una mobilità più efficace.
5. Integrazione con mobilità alternativa
Promuovere forme di trasporto complementari: bike sharing, navette scolastiche potenziate, car pooling organizzato con il supporto delle scuole e delle associazioni.









