Giudiceandrea confessa: schiaffi e bugie

Alla fine, sotto il peso di un giudizio già formatosi nell’opinione pubblica che lo vuole bugiardo e falso, nel vano tentativo di rimediare, Giudiceandrea ammette (ai microfoni di LaC) quello che noi, su di lui e sulla finta battaglia contro i vitalizi, abbiamo scritto in questi giorni, ed infatti dice: “Se mi cacciassero (dal Pd) davvero creerebbero solo un martire e non credo che gli convenga. Imputo le tensioni (tra me e zio Nicola) anche a una lotta di carattere politico in vista delle prossime regionali…”

Quel “lotta di carattere politico in vista delle prossime regionali” sta per: candidature.

E sui “vitalizi gonfiati” dagli ex onorevoli regionali (tra cui quello di Nicola Adamo), argomento sfoderato da Giudiceandrea da Giletti per darsi il tono da investigatore politico al servizio del cittadino e contro i lazzaroni alla Nicola Adamo che gonfiano i vitalizi, fa marcia indietro, com’è suo costume, e rimangiandosi tutto dice: «I vitalizi non sono gonfiati è solo che nell’ultima legislatura hanno cambiato la base di calcolo, che non è più lo stipendio netto, pari a 3.900 euro, ma lo stipendio lordo con tutte le indennità di carica. Ma questo non vuol dire che sia illegittimo».

È passato dal dire che gli ex consiglieri regionali in maniera truffaldina si gonfiano i vitalizi, al dire che il gonfiaggio dei vitalizi è lecito e si può fare. E zio Nicola ha fatto bene a gonfiarselo.

Lo diciamo da tempo: quello che Giudiceandrea dice non è mai quello che pensa. Quello che dice oggi non vale domani. E questa ennesima marcia indietro, con annessa confessione, lo dimostra. Pensava di fare il galletto e di mettere paura ad uno come zio Nicola. Ma non appena ha capito che non se lo fila nessuno, e che zio Nicola è tuastu, ha subito rinnegato quello che fino a qualche minuto prima sosteneva. Ritornando a leccare il culo a zio Nicola, sperando di apparare in qualche modo. L’ennesimo patetico tentativo di questo personaggio che dimostra di essere quello che è: un parassita politico che ha paura di perdere i privilegi..

Giudiceandrea passerà alla storia come il consigliere regionale che è sempre stato zitto, e quelle poche volte che ha parlato pubblicamente ha raccolto solo pernacchie. Ecco perché Oliverio lo ha tenuto 4 anni a cuccia imponendogli il silenzio. Ogni volta che apre la bocca combina un guaio.

È un politico disperato e in preda a forti allucinazioni mistiche Giudiceandrea, come tanti in questo periodo, al punto che pensa di essere così ben voluto dai calabresi che se il PD dovesse mai fare un errore così madornale, come quello di cacciarlo via dal partito, le genti di Calabria sarebbero pronte all’insurrezione popolare, eleggendolo a martire della rivoluzione. Più allucinato di così manco a bonanima i Syd Barrett.

Quello che non ha capito Giudiceandrea è che qualunque cosa faccia o dica la sua credibilità è volata via. Andata. E con questo atteggiamento non fa che aggravare la sua situazione. Una situazione che sembra peggiorare ogni giorno di più. E che Giudiceandrea non riesce più a controllare, tanto da “scivolare” anche nella violenza fisica nei confronti di quello che è ritenuto da tutti il suo “padre putativo”. Si parla di paccari e manummerse. Ve ne daremo conto più avanti.

Invitiamo Giudiceandrea alla calma e gli consigliamo di affrontare questo momento con uno spirito diverso da quello messo in campo fino ad oggi. La violenza e le bugie non portano da nessuna parte. Perciò lo esortiamo a ricondurre il tutto sul giusto binario del dialogo. Anche se dialogare con uno come lui è veramente difficile. Ma anche Giudiceandrea ha diritto ad un’altra possibilità, e questa prima timida confessione, dove ammette di essere preoccupato per la sua candidatura alle prossime elezioni regionali, va presa come il segnale di una sua possibile redenzione. A patto però di non proporsi mai più come il nuovo che avanza.