Giuseppe Conte a Lamezia: perché il M5s va contro la sua storia donando “sangue” a Doris Lo Moro?

GIUSEPPE CONTE A LAMEZIA TERME. PERCHE’?

di Pino Tassi 

Se fosse una iscritta del M5S, Doris Lo Moro non potrebbe candidarsi a sindaco di Lamezia Terme. Siccome invece è espressione del Pd c’è il paradosso che il M5S non solo l’appoggia, ma addirittura l’ha proposta ancora prima che il Pd superasse le sue lacerazioni. In più le sta facendo una campagna elettorale con tutti i suoi massimi leader come se fosse una sua iscritta.

La prima a spendere parole altisonanti è stata Anna Laura Orrico parlando a febbraio di una candidatura autorevole. La stessa Anna Lauro Orrico che poche settimane prima affermava in maniera perentoria che a Lamezia Terme bisognava andare al superamento della Lo Moro e di Gianni Speranza perché serviva un rinnovamento profondo. “Basta con i Principi anche a Lamezia Terme”, esclamò in un’intervista che adesso suona tristemente come una sorta di “Le ultime parole famose”…

Dopo pochi mesi la responsabile del M5S in Calabria con una giravolta da “giovane/vecchio” politico si accoda a Fernando Pignataro della Sinistra Italiana aderendo alla candidatura della Lo Moro per la sua… autorevolezza. Da lì si apre una gara a chi la spara più grossa. Si va “dal candidato autorevole” della Anna Laura Orrico, passando per Pasquale Tridico – il vero “regista” dell’operazione – che arriva a sostenere che “è la candidatura migliore possibile che incarna pienamente i valori del M5S (sic!)”, fino ad arrivare al deputato Riccardo Tucci che arriva ad esaltare l’operato della Lo Moro financo ai tempi in cui era assessora alla sanità della tragica Giunta Loiero.

Adesso arriva Giuseppe Conte a sostenere la candidatura, speriamo che si contenga da eventuali apprezzamenti eccessivi e non ci dica che la Lo Moro è stata una grillina ante litteram… L’ultima volta che Giuseppe Conte è venuto a Lamezia Terme è stato per la campagna elettorale delle regionali in sostegno di Amalia Bruni. Anche allora il M5S si spese molto di più del Pd nazionale. La differenza con l’oggi sta nel fatto che la Amalia Bruni era una candidatura proveniente – in qualche modo… – dalla società civile, senza tessere di partito. Allora, perché subito dopo la sua elezione in Consiglio Regionale ha aderito al Pd.

Invece la Lo Moro è una candidatura tutta politica, proveniente da quel passato politico contro cui nacque il M5S. Tridico sostiene in un passaggio infelice che è la candidatura di un magistrato. Questo poteva essere vero nel ’93 quando si presentò per la prima volta alle elezioni comunali dopo pochi anni della sua entrata in magistratura. Oggi appare come la ricandidatura di un vecchio politico con sulle spalle oltre vent’anni di presenza nelle istituzioni e in politica. In pratica il M5S va contro la sua stessa storia. Va bene che oggi si sta cercando di costruire un nuovo movimento, ma il troppo è troppo.

Per la Lo Moro sembra non valgano più le scelte fatte dal M5S dopo il suo congresso. Dopo la batosta alle elezioni regionali in Liguria Giuseppe Conte promise che non avrebbe accettato più candidature della vecchia politica facendo propria l’analisi di Marco Travaglio che scriveva: “La maggioranza dei liguri che sono andati a votare (46% scarso) ha preferito di poco il sindaco di Genova, un civico moderato in politica da 7 anni, a uno scialbo capetto del Pd in politica da 35 anni e in Parlamento da 5 legislature… Ma Orlando l’han votato solo gli elettori del Pd e i loro naturali alleati di Avs. I 5Stelle sono rimasti quasi tutti a casa. Chi dopo 15 anni non li ha ancora capiti scrive che Orlando ha perso per colpa di Conte. Invece è Conte che ha perso (anche) per colpa di Orlando: ha donato altro sangue per il candidato perfetto per il Pd, ma invotabile per i suoi”.

Ora non si capisce cosa sia successo nel M5S per cambiare idea. E come mai Conte permette di donare altro sangue al Pd. La Lo Moro non avrà le 5 legislature di Orlando ma nel suo bagaglio ci sono 10 anni di sindaca, 10 di parlamento e 2 di assessora regionale alla Sanità.

Dopo Lamezia Terme Giuseppe Conte andrà a Rende dove invece il M5S ha rotto con il Pd e corre da solo con una candidata giovane, tale Rossella Gallo. A Rende sarà presente anche Chiara Appendino che spero che a Lamezia Terme non si faccia vedere. Chiara Appendino sulla Liguria ha più volte affermato: “Non cambio idea rispetto a quello che ho già detto pubblicamente” quando disse che a capo della coalizione candidata alle regionali in Liguria “non c’era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori“.

Ma non finisce qui, sempre a Genova Conte mise tanto di veto, facendo bene, sull’appoggio di Italia Viva. Invece a Lamezia Terme non c’è nulla da obiettare sulla presenza della lista di Azione nella coalizione. Alla presentazione della lista è intervenuto il segretario regionale l’ingegnere Francesco De Nisi con parole di apprezzamento per l’alleanza delle forze progressiste e riformiste, lo stesso Francesco De Nisi che a livello regionale è nella maggioranza di centrodestra in appoggio a Roberto Occhiuto. Verrebbe da chiedere a Conte, alla Orrico, a Tridico: ma la Lo Moro siete sicuri che è “una figura innovativa e credibile per i vostri elettori?!?”, perchè avete deciso di ” donare altro sangue ?? !”. E infine vi siete chiesti perché Elly Schlein ancora non è venuta a Lamezia Terme?