“Eh no, adesso basta. Stop alle bugie, agli insulti, alle interpretazioni del tutto false delle conversazioni tra me e Luca Palamara. Pubblicate il 4 maggio su La Verità. Ripubblicate il 23 e ancora il 24 su Libero. Chiosate sul Riformista del 22. Con commenti del tipo: ‘I più importanti giornalisti parlavano con Palamara e partecipavano alle operazioni politiche in corso per determinare i nuovi equilibri nella magistratura’ (Riformista). ‘Compari di merende’. ‘Intrecciano relazioni tese a incidere sulla corretta informazione’. ‘È bene che il pubblico sappia con chi ha a che fare’. ‘Cronisti vassalli’ (Libero)'”. Lo scrive sul suo blog su Repubblica la cronista giudiziaria Liana Milella in un articolo intitolato ‘Io e Palamara’.
Giustizia nel caos, la giornalista Milella: “Mio nome in intercettazioni? Non troverete niente”
Con “questa fonte – prosegue Milella – io ho avuto delle normalissime conversazioni. Quelle che intercorrono tra un giornalista che vuole sapere che succede e una fonte che risponde. Tutto lapalissiano. Nessuna ‘merenda’ di mezzo. Neppure un panino. Solo la fatica di scoprire dei retroscena. La fatica che il cronista onesto fa ogni giorno per scrivere un articolo. Nessun gioco. Nessun patto. Nessun favoritismo. Solo notizie. In questo caso come si sarebbero schierate le correnti della magistratura nella scelta del procuratore di Roma. Con chi votava Unicost? Stava con Magistratura indipendente e non con la sinistra di Area? E Palamara, che aveva fatto domanda anche per la procura di Torino, dove avrebbe preferito andare? ‘Ti metto a Torino?’ Chiedo a Palamara. Ditemi voi cosa c’è di così ‘infame’ in questa domanda”.
“Scorretto – perché io non uso l’espressione ‘infame’ – è invece il tentativo di colpire chi si è sempre battuto per la trasparenza delle carte giudiziarie, per la piena pubblicazione, anche delle intercettazioni. Pubblicatele pure le mie conversazioni. Non ci troverete nulla se non l’insistente sforzo di convincere una fonte a parlare. Certo, per chi da decenni scrive solo commenti, capisco che il dialogo può risultare da extraterrestre”, conclude Milella.